The Flash 3×14, “Attack on Central City”: la recensione

La nostra recensione del quattordicesimo episodio della terza stagione di The Flash, intitolato “Attack on Central City”

Condividi
Spoiler Alert
Il quattordicesimo episodio della terza stagione di The Flash, intitolato Attack on Central City e diretto da Dermott Downs, vede andare in scena l'attacco di Gorilla Grodd e del suo esercito di primati potenziati originari di Terra-2 alla città di Barry Allen e dei suoi amici e alleati: la vendetta del supervillain nei confronti del mondo che lo ha tradito ed esiliato si dimostra machiavellica e brutale, tanto che le forze congiunte di Flash, Kid Flash, Jesse Quick, Vibe e la neo-alleata Gipsy potrebbero non essere sufficienti a contrastarla.

Nonostante i protagonisti pensino - a torto - di aver risolto una volta per tutte il gravoso problema dei gorilla di Terra-2, abbiamo visto come nel finale dello scorso episodio Grodd abbia calato il suo asso nella manica, assoggettando al suo volere la suddetta Gipsy - giovane donna in grado di aprire portali nel Bleed mettendo così in comunicazione mondi e realtà tra loro parallele. Il villain e il suo esercito giungono dunque a Central City, decisi a mettere la città a ferro e fuoco. Il piano di Grodd si rivela inoltre molto più complesso di un mero attacco frontale: il gorilla è infatti intenzionato a prendere il controllo di una base militare dove si trovano delle armi nucleari per annichilire atomicamente ogni forma di vita. In una corsa contro il tempo - forse troppo anche per il Velocista Scarlatto - Flash deve trovare un modo per fermare una volta per tutte il suo nemico, anche a costo di sporcarsi le mani di sangue e mettere fine alla vita di Grodd.

Nel frattempo, Jesse sceglie di rimanere in pianta stabile su Terra-1 per restare al fianco di Wally, con il quale ha da poco iniziato una relazione sentimentale - incontrando le resistenze di suo padre. Il finale dell'episodio, inoltre propone un atteso e importante ritorno, oltre a un gradevole twist narrativo.

Dopo quanto di buono avevamo visto solo la settimana scorsa, c'erano grandi aspettative per la storia che Attack on Central City ci avrebbe proposto: purtroppo però queste sono state in parte disattese da un episodio molto meno spettacolare e appagante di quanto preventivato, a causa di una storia banale, inflazionata e con diversi controsensi. Sono le scelte narrative operate in fase di stesura della sceneggiatura di questo capitolo, infatti, a lasciarci sostanzialmente interdetti: per quanto complesso e articolato, l'attacco di Grodd alla città di Flash è assolutamente scontato, in particolare per l'intenzione di nuclearizzare la città. Fermo restando che tale piano avrebbe potuto essere messo in atto anche senza che il villain ordisse il complotto visto nell'episodio precedente - in sostanza, poteva anche attaccare da solo - fa sorridere amaramente la scelta reiterata da parte degli showrunner delle serie TV del cosiddetto Arrowverse di ricorrere sempre alla pretestuosa e ripetuta trovata della "minaccia atomica": oltre ad aver assistito a tale espediente narrativo in due - su tre - delle più recenti puntate di Supergirl, non possiamo non denotare come tale tòpos sia piuttosto anacronistico e quindi oggi molto meno spaventoso e originale di come non fosse in passato. È altrettanto bizzarro, inoltre, che Grodd non lasci nessuno dei suoi sottoposti a sorvegliare i missili che dovrebbero colpire Central City, cosa che permette a Flash di disinnescare il lancio inserendo il giusto codice - dopo molteplici tentativi fatti a super velocità. Anche questa soluzione ci lascia perplessi: oltre al fatto che le combinazioni possibili per un codice a cinque cifre con dieci numeri a disposizione sono centomila - e non novantamila come esplicitato nell'episodio - ci appare improbabile che qualsiasi tecnologia attuale possa rispondere a un input inserito alla velocità - prossima a quella della luce - alla quale si muove il Velocista Scarlatto.

Anche la "battaglia" finale si rivela essere piuttosto deludente, con una soluzione "alla Mercante di Venezia" che disattende quanto era lecito aspettarsi da un attacco di un esercito di gorilla a una città. Lo stesso scontro tra Grodd e Solovar è banale e molto meno efficace di quello tra il secondo e lo stesso Flash visto nello scorso episodio - e tale scontro, animato integralmente in digitale, non va minimamente a intaccare alcun edificio della metropoli. Due gorilla che si scontrano per le strade e tra i tetti di una località urbana e non rompono nemmeno una finestra ci sembra qualcosa di davvero improbabile - specie se confrontato al livello di distruzione visto solo una settimana fa.

Di contro, molto spettacolare il modo in cui i primati sono creati e animati digitalmente: oltre alle già note ottime scelte in termini di design, ci ha stupido la fluidità di movimento degli stessi, la tridimensionalità dell'immagine e anche l'utilizzo dei colori e dei giochi di luce. Divertente e apprezzabile la sequenza in cui le due diverse versioni di Harrison Wells si confrontano: oltre a un dialogo ben scritto, dobbiamo rimarcare il buon lavoro fatto in termini di montaggio.

Veniamo ora agli easter eggs e ai riferimenti all'Universo DC a fumetti presenti in Attack on Central City, un episodio che ricorda molto una recente storyline pubblicata sulla testata The Flash de I Nuovi 52, firmata da Francis Manapul e Brian Buccellato.

Nel corso della storia, Gipsy rivela di essersi dovuta recare su Terra-2 perché sulle tracce di un velocista originario della sua realtà, Terra-19: questi non è altri che il personaggio noto come Accelerated Man (l'Uomo Accelerato), che abbiamo imparato a conoscere sulle pagine della miniserie Multiversity di Grant Morrison. Di fatto, si tratta del Flash della suddetta dimensione. Proprio Terra-19 è sembra essere però assai diversa dal suo corrispettivo a fumetti, dove questo mondo è una realtà vittoriana evoluta, celebre grazie alla graphic novel Gotham by Gaslight di Mike Mignola.

Molto divertenti quanto sibillini, infine, i riferimenti ai film Star Wars e Rocky: dapprima quando sempre Gispy menziona il personaggio Luke Starkiller - nome originale di uno dei protagonisti della saga cosmica, poi cambiato da George Lucas nel definitivo Luke Skywalker - poi con le svariate citazioni da parte di HR del personaggio interpretato da Burgess Meredith, Mickey - l'allenatore del pugile impersonato da Sylvester Stallone.

Continua a leggere su BadTaste