The Flash 2×01, "The Man Who Saved Central City": la recensione

La nostra recensione della première della seconda stagione di The Flash, intitolata "The Man who Saved Central City"

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Spoiler Alert
"Bisogna saper perdere, non sempre si può vincere"

Una lezione di vita che i The Rokes cantavano in una celebre hit degli anni Sessanta e che il Barry Allen interpretato da Grant Gustin sembra aver appreso perfettamente, o almeno così pare dalla visione del primo episodio della seconda stagione del The Flash targato The CW.

Nei mesi trascorsi dagli eventi del finale della prima stagione, in cui un buco nero si era abbattuto su Central City in seguito alla morte dell'Anti-Flash (Tom Cavanagh) e allo sfasamento temporale da essa derivato, il velocista scarlatto ha continuato a svolgere la sua attività di supereroe, prendendo però le distanze dal suo team di supporto e agendo in solitaria. Nonostante Central City lo acclami come salvatore della città e istituisca una giornata in suo onore, Flash è infatti consapevole che il merito della chiusura della singolarità non è suo bensì di Ronnie Raymond (Robbie Amell), la metà più giovane di Firestorm, che nel far ciò ha sacrificato la sua vita lasciando orfana di marito la bella Caitlin (Danielle Panabaker).

Barry è chiamato a riedificare la sua città e il legame con i suoi amici

Le ripercussioni di questo evento sui vari personaggi della serie sono il leitmotiv della puntata, in cui Barry è chiamato a riedificare la sua città e il legame con i suoi amici. Atom Smasher (Adam Copeland), il villian che Flash dovrà fronteggiare nel corso dell'episodio, ha proprio la funzione di far comprendere al velocista mascherato che nonostante i suoi poteri, senza l'aiuto e il supporto delle persone a lui care non potrà mai essere l'eroe di cui Central City ha bisogno. Tra queste però non ci sarà più suo padre Henry (John Wesley Shipp), che ha preferito lasciare la città in seguito alla sua scarcerazione, così da permettere al figlio di compiere il proprio destino.

Tutta la première è disseminata di riferimenti e strizzatine d'occhio ai fumetti che manderanno in visibilio i fan della DC Comics: dal Flash-segnale, chiaro omaggio alla figura di Batman, all'accenno ai superpoteri di Cisco (Carlos Valdes), in grado di connettersi a mondi paralleli sfruttando le vibrazioni e sempre più vicino ad assumere l'identità di Vibe. Da segnalare anche la divisa 2.0 di Flash, con la saetta oro su sfondo bianco come mostrato nell'articolo del giornale di Gideon nella precedente stagione, e l'abilità di creare tornado con le braccia utilizzando l'energia assorbita durante i velocissimi spostamenti.

The Man Who Saved Central City termina con l'ingresso in scena di Jay Garrick (Teddy Sears), il Flash della Golden Age proveniente da Terra-2, che mette in guardia Barry e la sua squadra delle conseguenze scatenata dal paradosso temporale dell'anno scorso. Come suggerito dalle parole pronunciate in punto di morte da Atom Smasher, è lecito aspettarsi a breve l'entrata in scena di Zoom, seconda incarnazione dell'Anti-Flash, anch'esso a quanto pare proveniente da una realtà parallela.

Insomma, un rientro in grande stile per il velocista di casa CW, che con un episodio equilibrato chiude i quesiti lasciati aperti in Fast Enough e ci proietta verso una seconda stagione incentrata sull'esplorazione del Multiverso. Aspettando la puntata di martedì 13 ottobre, non resta che augurarci che il ritorno di Arrow possa bissare questo risultato e perché no, magari superarlo.

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