The Flash 1x01 "Pilot": la recensione

Il pilot di The Flash, la serie The CW ambientata nello stesso universo di Arrow

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Talmente veloce da essere disponibile quattro mesi prima della messa in onda, il pilot di The Flash viene finalmente trasmesso dalla The CW, nuovo passo, dopo il consolidamento di Arrow, verso la costruzione dell'ennesimo universo condiviso di supereroi. Ed è un debutto che si pone immediatamente nel segno della tradizione, tanto di quella cinematografica quanto di quella televisiva, degli eroi mascherati degli ultimi anni. Esiste un campionario di regole prestabilite, un canone prefissato in modo inconsapevole, e su questo la serie si basa, senza osare, ma anche senza sbagliare troppo. Il target giovanile del network emerge in ogni frame, ma alla fine tutto rientra nei margini di un prodotto che si approccia in modo onesto, per quanto già visto, al genere d'origine.

Il voice over iniziale del protagonista che si presenta come "l'uomo più veloce del mondo" può indisporre, ma viene giustificato, fino ad un certo punto, da un dialogo chiarificatore verso la fine della puntata. E soprattutto lega il Barry Allen della storia al Peter Parker dei cinque, finora, film di Spiderman. Il futuro Flash ne condivide un trauma legato all'infanzia – nel suo caso la morte della madre per la quale è stato ingiustamente accusato il padre – alcuni tratti generici – fondamentalmente è un nerd di buon cuore che da piccolo veniva malmenato dai bulli – ma anche un amore non corrisposto.

Questo è lo scheletro del personaggio, sul quale l'approccio molto riconoscibile della The CW interviene con un tratto giovanile della narrazione che avvicina la storia agli ultimi due "Amazing" usciti al cinema. Tutto questo mentre il riferimento seriale più forte rimane Smallville. E quindi i fedeli passi di un copione che si ripropongono senza sbavature, senza slanci e senza particolari sussulti. Un terribile incidente rappresenta non solo l'origine del supereroe, ma anche della maggior parte dei villain che si troverà ad affrontare di volta in volta. Si comincia con un individuo in grado di manipolare il clima, che rappresenterà la prima vera sfida per Flash.

Una storia di origini come tante, forse come troppe, che ancora ingabbia la serie entro limiti e svolte troppo collaudate. Bisognerà attendere alcuni episodi per poter dare un giudizio più completo sull'operazione. Per adesso l'incontro con Oliver Queen, che ricambia la visita dopo la doppia apparizione di Barry in Arrow (episodi "The Scientist" e "Three Ghost") è ciò che qualifica maggiormente la serie e che la rende "più grande" di quanto in effetti non sia. Gli effetti, considerati i mezzi a disposizione, sono più che accettabili, pur se ricreati all'interno di una messa in scena abbastanza anonima. Grant Gustin interpreta con giusta ironia il personaggio anche se le varie transizioni che affronta nel corso dell'episodio sembrano troppo rapide. Da questo punto di vista una storia di origini spalmata su più episodi sarebbe stata più difficile da vendere, ma forse avrebbe reso meglio il passaggio.

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