The Fall 3x05, "Wounds of Deadly Hate": la recensione

Ecco la nostra recensione della quinta e penultima puntata della terza stagione di The Fall, in cui i dettagli agghiaccianti dell'infanzia di Spector vengono finalmente a galla

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Arriva a una settimana dal finale di stagione l'episodio migliore di quest'annata di The Fall, un'immersione a fiato trattenuto nel passato di abusi e solitudine di Peter Baldwin, alias Paul Spector. Sebbene la storia dell'apparentemente docile Mark metta il pubblico in allarme su quanto la percezione dell'innocenza sia materia ingannevole, non si può fare a meno di restare colpiti dalla rievocazione degli orrori vissuti dal pluriomicida durante la propria infanzia nell'orfanotrofio in cui trascorse tre anni assieme a David Alvarez; è proprio grazie a quest'ultimo, interrogato dal detective Anderson, che Spector viene incastrato, a dispetto della sua - a questo punto, probabilmente architettata - amnesia, per un delitto compiuto nel 2002 e attribuito erroneamente proprio ad Alvarez.

In Wounds of Deadly Hate, nuovi spunti di riflessione vengono posti sulla tavolata di The Fall, fatto insolito se si tiene conto dell'imminente fine della serie. Gli spettri vaghi del passato di Paul prendono finalmente forma, sia attraverso la rievocazione del suicidio della madre, attuata da Paul nel dialogo con lo psichiatra Augustus Larson, sia attraverso la già citata testimonianza di Alvarez. Va elogiata la straordinaria performance di Jamie Dornan, che tocca in questo episodio uno dei suoi massimi vertici interpretativi, in un sapiente gioco di micromimica che restituisce appieno le sfumature più tragiche dell'infanzia di Paul/Peter. In questo senso, The Fall si riconferma una grande riflessione sulla relatività della colpa: persino dopo aver compreso che Paul ha sempre saputo di essere colpevole e che la sua perdita di memoria era, con tutta probabilità, pianificata a tavolino, non possiamo rimuovere il ricordo dei traumi da lui vissuti in tenera età; traumi che, senza dubbio, hanno contribuito in modo sostanziale alla creazione del mostro che si è macchiato del sangue di tante vittime innocenti.

Tra tutte le puntate di questa terza stagione - e, forse, tra tutte quelle dell'intera serie - Wounds of Deadly Hate è forse il punto più esplicitamente tragico, l'occhiata su una fossa di serpenti a lungo rimasta coperta, ma ora evidente in tutta la sua macabra potenza devastante. Gettando solide premesse per il finale, l'episodio fa sorgere molti dubbi su come la storia di The Fall possa trovare completo compimento in soli cinquanta minuti: molte sono, infatti, le domande a cui vorremmo fosse data risposta, al di fuori dal bieco didascalismo. Attenderemo quest'ultima settimana col cuore in gola, impazienti di scoprire dove le recenti rivelazioni porteranno Stella Gibson e il suo team, e quale sarà il destino di Paul Spector, angelo caduto nell'abisso della follia criminale.

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