The Fall 3x03, "The Gate of Light": la recensione
Ecco la nostra recensione del terzo episodio della terza stagione di The Fall, in cui l'amnesia di Paul Spector desta sospetti e gli procura una nuova, insperata alleata
Inutile dire che questa provvidenziale perdita di memoria, che copre l'intero periodo "criminale" di Spector - almeno, in base alla sua confessione precedente la sparatoria - desta più di un sospetto in Stella (Gillian Anderson) e nella sua squadra, specialmente ora che il processo è alle porte e che il viscido ma agguerrito avvocato Sean Healy (Aidan McArdle) sembra intenzionato a puntare i riflettori sulle leggerezze commesse dalla polizia nelle indagini sul proprio assistito.
Benché l'episodio segua il ritmo più calmo e desolato dettato già dalle prime due puntate, la tensione sotterranea è ben evidente, e si manifesta attraverso piccole ma significative pennellate che arricchiscono il travagliato ritratto corale di esistenze marchiate a fuoco da Spector, che le ha rese vittime una dopo l'altra senza che dovessero necessariamente passare attraverso la consueta violenza criminale dell'uomo. In una sorta di caleidoscopio allucinante, osserviamo il progressivo crollo psicologico della moglie Sally-Ann (Bronagh Waugh), parallelo a quello di Katie (Aislin Franciosi) che, ne siamo certi, procurerà qualche altro guaio.Fa inoltre la propria apparizione il dottor August Larson (Krister Henriksson), rinomato psichiatra chiamato a esaminare Spector per accertarsi della veridicità della sua presunta amnesia. Il luminare viene messo in guardia da Stella, ben consapevole delle tendenze manipolatrici dell'assassino; tendenze che, forse, stanno già dando i propri nuovi frutti sull'infermiera Kiera (Aisling Bea), affascinata dall'uomo ed evidentemente convinta della purezza, almeno parziale, della sua coscienza.
Sarebbe facile, a questo punto, puntare il dito contro The Fall accusandolo di aver perso lo smalto delle prime stagioni, adagiandosi sugli allori di un successo già consolidato; ma significherebbe, in qualche modo, negare la natura stessa di questa terza stagione e, in un certo senso, il fine ultimo dell'intera serie, volta non tanto a impressionare lo spettatore attraverso la cruenza degli eventi narrati, quanto a costruire un mosaico psicologico capillare e verosimile, che spinge il pubblico a seguire l'evolversi della vicenda in senso più sentimentale che strettamente logico. È una scelta opinabile, questo sì, ma portata avanti con un certo coraggio e sostenuta, passo dopo passo, da una scrittura dialogica solida e da interpretazioni impeccabili; e, in quest'ottica, The Gate of Light è certo una conferma più che rassicurante.