The Falcon and the Winter Soldier 1x03: la recensione
Il ritorno di un personaggio dà un passo migliore al terzo episodio di The Falcon and the Winter Soldier
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La fragile alleanza dei buoni con un cattivo è un espediente che funziona sempre. I buoni si sporcano le mani, il villain torna ma non esattamente nello stesso modo, e il tradimento potrebbe arrivare da un momento all'altro. Che non è male, perché tiene alta la tensione. Tutto quello che c'è di buono nel terzo episodio di The Falcon and the Winter Soldier si basa su questo. Sam Wilson e Bucky Barnes si alleano con il barone Zemo, per l'occasione quasi riscritto per aderire di più allo stereotipo del cattivo che ci si aspetta da questo tipo di storia. La missione in giro per il mondo raccontata dalla serie Marvel prosegue.
Ma in realtà così normale poi non è, e tutto nella scrittura del personaggio nella puntata è destinato ad accentuare la sua eccezionalità. Colonnello, terrorista, barone, lettore di filosofia, uomo d'azione e dalla mente geniale, Zemo viene ripresentato come un cattivo per tutte le occasioni, praticamente il Moriarty che mancava all'universo Marvel. Qui funziona perché inserisce un elemento distorsivo negli scambi tra i due protagonisti, le cui schermaglie da bromance sinceramente iniziavano a stancare. Magari non si potrà fare affidamento per sempre su di lui – e l'ultima scena inserisce un forte elemento di conflitto – ma qui è lui a rubare la scena.
Dall'altra parte ci sarebbero invece i Flag Smashers, che certo immacolati non sono, ma che la scrittura ci presenta in modo da costruire per loro un'umanità. Come se tutta questa grande minaccia alla fine non fosse altro che un problema di incomprensione reciproca e di barriere umane e sociali.
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