The Expanse (prima stagione): la recensione
Tra intrighi e conflitti interplanetari, la prima stagione di The Expanse ci ha convinto: la serie di fantascienza di Syfy che stavamo aspettando
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Ciò che spesso è mancato nelle ultime incursioni fantascientifiche del network era la visione d'insieme. Non tanto per un discorso di worldbuilding, anche perché The Expanse in fondo ha poche caratteristiche originali, ma per un discorso di coerenza interna, la volontà di non precludersi alcuna strada nella costruzione di un immaginario, magari rischiando e togliendo qualcosa alla soddisfazione dello spettatore, ma riuscendo a intrigare. The Expanse, anche a costo di alcuni punti morti, ha fatto proprio questo.
Succede allora che in conclusione nel quadro generale poco o nulla cambierà, e l'unica differenza è che alla fine del viaggio la nostra percezione del contesto generale sarà più chiara e definita. La nostra consapevolezza procede di pari passo con quella dei sopravvissuti della Canterbury, del detective Miller, della diplomatica terrestre Chrisjen, tutti personaggi che nel frattempo impareremo a conoscere. Di riflesso, aumenta la nostra consapevolezza delle motivazioni delle varie fazioni in campo, in modo tale che, quando finalmente la storia inizia, saremo pronti a starle dietro. Tutto considerato, ci sono buone probabilità che la seconda stagione di The Expanse, già confermata, sarà molto diversa dalla prima, che invece rimane un viaggio di scoperta e presentazione di questo universo.
Tra una storyline investigativa che almeno all'inizio non può non ricordare Blade Runner come atmosfere e un momento orrorifico di esplorazione spaziale in Salvage, in questa storia che gioca con l'immortale idea dello sfruttamento di un gruppo su un altro, The Expanse non disdegna alcune soluzioni anche visivamente sgradevoli, ma d'impatto. Sono questi i momenti che rimarranno più impressi, insiema ad un flashback chiarificatore all'inizio del nono episodio che è probabilmente il momento migliore e più coinvolgente della stagione.