The Expanse 6: la recensione dell'ultima stagione
The Expanse arriva al suo epilogo con una stagione finale che soddisfa e lascia aperta la porta a possibili ulteriori capitoli della saga
La serie The Expanse arriva alla sua conclusione con gli episodi della sesta stagione che scrivono la parola fine solo su un capitolo della storia dell'equipaggio della Rocinante e della guerra tra le comunità della Cintura guidate dal rivoluzionario Marco Inaros (Keon Alexander) e le forze delle Nazioni Unite con leader Chrisjen Avasarala (Shohereh Aghdashloo). Senza poter rivelare spoiler, si può però constatare che l'universo tratto dai romanzi di James S. A. Corey (il duo di autori Daniel Abraham e Ty Franck) dimostra di possedere un potenziale narrativo ancora da sfruttare e dotato di grande fascino. La saga sci-fi che è stata salvata nel 2018 da Amazon è infatti una delle opere televisive più interessanti degli ultimi anni, in grado di affrontare tematiche attuali e rilevanti dal punto di vista sociale, politico e umano in modo originale e incisivo, senza nemmeno dimenticare in più di un passaggio della storia di enfatizzare le potenziali conseguenze del non prendersi cura dell'ambiente e dei passi in avanti compiuti dal punto di vista tecnologico e scientifico.
La ricchezza che ha contraddistinto fin dalle prime battute The Expanse, in questi ultimi sei episodi, viene messa un po' in secondo piano per lasciare spazio allo svolgersi della guerra scatenata dal rivoluzionario Marco al termine delle puntate precedenti. I fan, tuttavia, possono stare tranquilli: lo show non è mai troppo sbilanciato verso l'azione e la spettacolarità.
L'aspetto interessante dal punto di vista del potenziale ritorno sugli schermi è però l'intera storia ambientata a Laconia, luogo a cui si era accennato nel finale della quinta stagione e legato alla protomolecola. Nella prima puntata inedita, intitolata Strange Dogs, viene infatti introdotto il personaggio di Cara, un ragazzina nata e cresciuta sul pianeta alieno e che si occupa di alcune piccole creature prima di imbattersi in un animale simile a un rettile, che definisce "cane". La storia con al centro Cara si svilupperà poi nel corso della stagione, assumendo anche sfumature horror, e sembra potenzialmente legata ai romanzi Persepolis Rising, Tiamat's Wrath e Leviathan Falls. Risulta quindi legittimo ipotizzare che i produttori non escludano del tutto un ritorno sugli schermi della saga, avendo già in parte gettato le basi per un racconto legato a Laconia e ai suoi abitanti.
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Marcos e suo figlio Filip (Jasai Chase-Owens) sono invece sulla Ceres Station, dove vengono trattati con ogni rispetto e celebrati, situazione che ha però delle conseguenze negative sul ragazzo che sembra sempre più incerto e a disagio nel gestire una posizione sociale e un'immagine che non sono realmente vicine alla sua personalità.
La sesta stagione della serie viene un po' penalizzata dall'esiguo numero di episodi a disposizione, rendendo un po' affrettato l'evolversi della situazione politica. Gli sceneggiatori sono però riusciti a sviluppare bene i dilemmi personali al centro della storia dando spazio a elementi centrali come la sensibilità di Holden e i traumi di Naomi, alla determinazione di Drummer e alle vulnerabilità di Clarissa, senza dimenticare la forza e intelligenza di Avasarala e il carattere diretto e onesto di Amos e Bobbie, protagonisti di alcune scene che fanno rimpiangere il poco tempo che hanno trascorso insieme.
La serie dà il meglio di sé proprio quando si concentra sugli aspetti più umani della lotta e sull'eterno conflitto tra luce e oscurità che esiste, declinato in varie sfumature, in ogni aspetto della vita, umana o aliena.
Il cast, ormai totalmente a proprio agio nella complessa struttura che caratterizza The Expanse si impegna al massimo per rendere la stagione finale significativa per ogni singolo personaggio, facendo emergere in particolare la bravura di Cara Gee e il talento di Shohreh Aghdashloo nell'interpretare due leader che hanno compiuto nel corso degli anni un'evoluzione significativa anche dal punto di vista emotivo. Le due attrici hanno alcune delle scene migliori di questa stagione e lasciano il segno con performance intense ed emozionanti.
A livello interpretativo risulta invece piuttosto deludente, dopo una quinta stagione più convincente, Keon Alexander che rende davvero complicato credere che Marco riesca ad avere un tale seguito nonostante siano evidenti la sua incapacità di lasciarsi alle spalle rancori e desideri di vendetta personale. L'attore rimane fin troppo fermo nell'immagine stereotipata del rivoluzionario-terrorista e le sue interazioni con gli altri personaggi, da Filip a Rosenfeld (Kathleen Robertson), appaiono eccessivamente umorali e sopra le righe.
Con un numero ridotto di episodi a disposizione per il capitolo conclusivo, la scelta di realizzare dei cortometraggi per espandere la storia di alcuni personaggi appare necessaria e sarà davvero interessante scoprire i dettagli aggiuntivi che verranno regalati agli spettatori.
Gli ultimi tre episodi del capitolo conclusivo alzano il ritmo e il tasso di spettacolarità con epiche battaglie, inseguimenti nello spazio, combattimenti e alleanze. Tutti gli elementi, dagli ormai immancabili outfit elaborati di Avasarala alle scene in assenza di gravità, sono gestiti in modo quasi impeccabile e, guidati dalla morale di Holden e dalle debolezze che rende possibile identificarsi con ognuno dei personaggi durante le difficili scelte da prendere, cercando un compromesso tra il bene comune e il valore dato all'amicizia e all'amore, gli spettatori vengono trascinati verso un epilogo che soddisfa, pur lasciando un po' insoddisfatti. The Expanse avrebbe infatti meritato di più: più attenzione, più spazio e più stagioni. L'addio alla Rocinante è così contraddistinto dalla soddisfazione data dall'aver avuto l'occasione di immergersi in un racconto così complesso e affascinante e dalla speranza che vengano realizzati ulteriori progetti tratti dai romanzi di Daniel Abraham e Ty Franck, coinvolti come produttori e quasi sicuramente ideatori di una citazione a Game of Thrones, l'opera del loro amico e mentore George R.R. Martin, impossibile da non notare. Non resta quindi che attendere per scoprire se in futuro si verrà trasportati su Laconia e si rivedranno in azione personaggi ormai conosciuti e apprezzati o le avventure in un futuro sci-fi, ma molto simile alla realtà, dirà definitivamente addio agli spettatori.