The Exorcist 2x10, "Unworthy" [finale di stagione]: la recensione
Chiude in bellezza The Exorcist, con un episodio che apre la porta a una terza stagione che temiamo possa non arrivare mai
Va detto subito che, per quanto concerne la vicenda di Andy (John Cho), i nostri pronostici della scorsa settimana si sono rivelati esatti; ciò non intacca, tuttavia, la mirabile gestione narrativa dell'episodio, che ci sorprende non in virtù di ciò che avviene, bensì di come avviene. Una scelta, questa, che distacca The Exorcist da buona parte della letteratura filmica e televisiva dell'orrore, che punta spesso al plot twist a tutti i costi ponendo in secondo piano la ricerca di sorpresa interna all'azione, che derivi dalla messinscena inusuale di situazioni, perché no, anche familiari.
Tuttavia, sebbene non se ne possano vedere le effettive conseguenze, la morte di Andy corrisponde anche al cambio radicale di "politica" dei due esorcisti protagonisti: grazie anche all'intervento di Mouse (Zuleikha Robinson), Marcus realizza come il martirio del singolo sia preferibile all'olocausto di molti. In questo senso, il ricongiungimento di Tomas (Alfonso Herrera) e Mouse con Marcus diviene il crocevia da cui ripartire per decretare non solo il fato di Andy, ma soprattutto quello della serie stessa. La sovrapposizione tra figura salvifica e carnefice genera, in Marcus, una crisi apparentemente irreversibile, decretandone l'abbandono del "mestiere" in favore di un pensionamento solitario, mentre il suo giovane collega intraprende una nuova collaborazione con l'ex suora.
Ci sarà concesso di seguire questo futuro? Difficile dirlo. A oggi, i risultati conseguiti in termini di share da The Exorcist non sono stati certo entusiasmanti, e se già il rinnovo per una seconda stagione era parso un regalo inaspettato da parte di Fox, una terza tranche di puntate avrebbe quasi del miracoloso. La speranza è l'ultima a morire, e va dato atto alla serie di averci saputo tenere incollati fino al season finale a dispetto dei sopracitati momenti di prevedibilità; l'idea di non scoprire mai a cosa sia collegata l'ultima invocazione del nome di Tomas duole non poco, e testimonia la riuscita - se non in termini commerciali, almeno a livello di carica emotiva - di un'operazione di rilettura coraggiosa e degna d'essere ricordata, a prescindere dalla sua eventuale, prematura scomparsa; ci auguriamo quindi che il destino di Andy non sia prefigurazione di quello di The Exorcist.