The Exorcist 2x05, "There but for the Grace of God, Go I": la recensione

Fantasmi, rimorsi, api e baci rubati: questo e altro nel nuovo episodio di The Exorcist, che conferma la capacità di inquietare senza ricorrere al sangue

Condividi
Spoiler Alert
Se il finale di One For Sorrow ci aveva lasciati dinnanzi a un enorme interrogativo, There but for the Grace of God, Go I ci svela un'inquietante verità tenuta finora nascosta dall'agghiacciante seconda stagione di The Exorcist. Complice la curiosità di Verity (Brianna Hildebrand) scopriamo infatti che Grace (Amélie Eve) altro non è che un'emanazione demoniaca visibile solo agli occhi di Andy (John Cho), sebbene attivamente operante e, in questa quinta puntata, in grado di prendere possesso del corpo del giovane Truck (Cyrus Arnold).

Ovviamente, Andy è portato a identificare Grace con una sorta di bizzarro esaurimento nervoso dovuto al mai superato suicidio della moglie Nicole (Alicia Witt), che qui ricompare in forma corporea per tormentare il già travagliato marito. Lo spettatore sa che così non è, grazie alla perseveranza di Tomas (Alfonso Herrera) che si è ormai convinto che, sull'isola della casa-famiglia, qualcosa proprio non vada nel verso giusto.

I suoi sospetti trovano piena conferma nella parallela indagine di Mark (Ben Daniels) che, durante una gita in barca con Peter (Christopher Cousins), viene a conoscenza di una tragica storia di sangue che coinvolse, negli anni '50, un uomo che sterminò la propria intera famiglia, fatta eccezione della primogenita con cui l'ex prete ha una conversazione piuttosto illuminante.

The Exorcist calibra perfettamente il peso dei suoi due protagonisti, delegando all'uno ciò che all'altro è - almeno momentaneamente - precluso. Quello che Mark scopre grazie alla propria investigazione, Tomas lo vive sulla propria pelle attraverso terrificanti visioni che gli fanno patire i tormenti delle vittime della forza maligna dell'isola; emerge una predilezione morbosa del demone per i bambini, e non stupisce che la casa-famiglia di Andy sia divenuta, quindi, la dimora prediletta di questo diavolo affamato di carne fresca.

Come già ampiamente dimostrato negli episodi precedenti, la serie Fox continua a scavare nelle fobie più radicate dell'animo umano, presentando all'occhio del pubblico immagini disturbanti senza essere necessariamente cruente: l'ape che fuoriesce dalla carne devastata di Andy è, in questo senso, l'emblema di un'estetica efficacemente orrorifica e che amplia ulteriormente l'orizzonte visivo dell'Esorcista di Friedkin, da cui lo show di Jeremy Slater ha ormai preso le distanze in favore della ricerca di una propria solida personalità.

There but for the Grace of God, Go I non ci offre solo brividi di paura, ma anche il conforto di un calore umano a lungo negato al personaggio di Mark: il giro in barca con Peter è infatti occasione per un confronto diretto e toccante tra i due uomini, che si mettono a nudo raccontandosi il proprio scioccante passato. Da un lato abbiamo l'ex prete, devastato dal ricordo della violenza domestica che lo portò ad assassinare il padre a sette anni, dall'altro il rimorso di un veterano che non riesce a lavar via dalle proprie mani il sangue innocente versato in due missioni in Kosovo.

Il passionale bacio tra i due assume quindi i contorni non solo dell'atteso palesamento delle pulsioni erotiche di Mark, a lungo represse sia per rispetto del voto di castità che per un fatale anelito all'isolamento; diviene infatti sigillo del silente accordo tra due anime gravate dal peso di segreti inconfessabili e segnanti, che trovano finalmente mutua accettazione e comprensione senza ombra di biasimo.

Continua a leggere su BadTaste