The Exorcist 2x03, "Unclean": la recensione
Il terzo episodio di The Exorcist ci offre un'inedita visione del compito di Marcus e Tomas, preparando il terreno alla confluenza delle varie storyline
La bellezza degli scenari naturali dell'isola in cui Andy e la sua famiglia risiedono viene così distorta dal Male, lasciando i panni materni di forza generatrice per indossare quelli di cupo avversario in rivolta contro l'uomo (e, presumibilmente, contro Dio). È una visione certo non inedita della Natura - il cinema più autoriale ne offrì una raggelante declinazione con Antichrist di Lars von Trier - ma ancora foriera d'inquietudine, agghiacciante nella progressiva ma inesorabile riduzione dell'essere umano all'impotenza di fronte a fenomeni inspiegabili e ingovernabili a prescindere dall'elemento divino.
Un episodio come Unclean chiarisce, oltre ogni dubbio, l'ambizione di questa seconda stagione a distaccarsi del tutto dal celeberrimo materiale d'origine, dopo averlo omaggiato nella sua prima annata televisiva. Non è solo nel cambio di location che ravvisiamo quest'intento di rinnovamento: la puntata solleva domande finora taciute, ma che ben contribuiscono a dettagliare il contesto in cui Marcus e Tomas si trovano a operare. Ecco quindi spiegati i molti esorcismi negati dalla Chiesa: non tutto il dolore e la follia di questo mondo portano impresso il segno del diavolo, e la difficile scrematura tra possessione e psicopatologia è affidata, in The Exorcist, alle mani di uomini impavidi ma non immuni dall'errore.