The Exorcist 1x09, "162": la recensione

Nel penultimo episodio della prima stagione, The Exorcist getta le basi per un finale intenso, concentrandosi sull'ormai demoniaca Angela e sul suo incontrastato potere

Condividi
Alla vigilia del finale di stagione, The Exorcist si concede, con 162, un focus approfondito sull'anima marcescente di Angela Rance, ormai divenuta custodia per le nefandezze del demone Pazuzu. Nefandezze che includono l'eccidio di Madre Bernadette e delle sue suore, nonché un tentato soffocamento di Henry durante dei preliminari eccezionalmente violenti. Ormai preda in toto del suo antico possessore, Angela si presenta all'élite di Chicago, facendo sfoggio del potere diabolico che la pervade e costringendo (quasi) tutti a un'umiliante prostrazione dinnanzi a lei. Il male non sembra mai essere stato in una posizione di vantaggio così evidente, nel momento in cui l'attenzione pubblica è tutta concentrata sull'imminente arrivo di Papa Sebastiano.

A questo proposito, risulta plausibile ipotizzare che, la prossima settimana, Marcus avrà un ruolo più che centrale durante la visita del Santo Padre a Chicago, come ventilato dal perfido Padre Simon. La caccia in solitaria dell'ex prete lo porta a sfiorare la verità, ma il suo destino risulta ora appeso a un filo, pestato a sangue dagli scagnozzi di Simon dopo aver estorto al prelato una confessione che ha, ahinoi, il sapore di una trionfale rivendicazione. Con Marcus bloccato, Angela - o meglio, Pazuzu - ha la possibilità di perpetrare le sue atrocità senza incontrare praticamente alcuna resistenza. Il che, se da una parte danneggia la varietà interna dell'episodio, al contempo accresce la tensione della scena finale, in cui la donna minaccia i membri della propria famiglia, solo per essere interrotta in extremis da Padre Tomas.

Ah, Padre Tomas. Finalmente, il tedioso capitolo Jessica sembra essersi concluso, per aprire il campo a nuove e più allettanti tentazioni, in linea con le ambizioni più rigorosamente ecclesiastiche del giovane prete: gli viene infatti offerta la direzione della prestigiosa parrocchia di St. Bridget, ma dopo un iniziale cedimento - ormai, possiamo dirlo, strutturale al personaggio - il fascinoso uomo di chiesa sembra tornare sui propri passi e rinunciare alle lusinghe dell'ambizione.

In fin dei conti, si può dire che 162 rappresenti la grande occasione, per Geena Davis, di mettere alla prova il proprio range espressivo e tagliare i ponti col personaggio dolente e tormentato finora costruito. La nuova Angela è un mostro conturbante, una torre di forza demoniaca che assoggetta chiunque sotto il proprio sguardo tagliente, e il repentino cambio di look della donna appare, in questo senso, una scelta tanto facile quanto efficace. Nella prospettiva di un finale che si preannuncia carico di emozioni, un episodio di transizione come 162 assolve il proprio compito di prodromo alla resa dei conti in modo impeccabile.

Continua a leggere su BadTaste