The Exorcist 1x08, "The Griefbearers": la recensione

Ecco la nostra recensione dell'ottavo episodio della prima stagione di The Exorcist, in cui finalmente l'esorcismo di Casey Rance trova una conclusione

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Spoiler Alert
Finalmente! Un solo termine potrebbe bastare a spiegare esaustivamente il sentimento che pervade lo spettatore al termine di The Griefbearers, ottavo episodio della prima stagione di The Exorcist. Finalmente, l'esorcismo di Casey Rance da parte di Marcus - con la gentile ma non troppo determinante partecipazione di Padre Tomas - viene portato a compimento, tra il sollievo generale. Finalmente, proprio durante il rito, la nostra fame visiva di elementi collegati al film del 1973 viene soddisfatta appieno, grazie a una memorabile sequenza di levitazione e a un accenno della celeberrima rotazione della testa della giovane posseduta.

Finalmente, inoltre, facciamo un salto indietro nel tempo e assistiamo al primo incontro tra la piccola Regan e Pazuzu, alias Captain Howdy, alias il demone che l'ha perseguitata per quarant'anni, sebbene per lo più nascosto nell'ombra - e, recentemente, nella sua figlia minore. Finalmente, in conclusione, due antichi amanti vengono riuniti dal destino: la gioia per la liberazione di Casey deve infatti lasciare spazio ben presto all'orrore nel constatare che il Maligno è tornato ad abitare in una vecchia dimora, scegliendo Angela/Regan come proprio domicilio di carne. Le conseguenze sono immediate e agghiaccianti: con un sangue freddo spia della rapida presa di potere da parte del demone sulla sua coscienza umana, Angela spezza il collo della madre Chris, in una torsione che è chiaro rimando alla già citata iconica rotazione del film di Friedkin.

La morte di Chris, va detto, non ha un reale peso drammatico relativo alla scomparsa del personaggio; la sua funzione risulta relegata a quella di rivelazione del nuovo status di Angela, tornata preda del demonio.

Sebbene il ritorno alle origini garantisca ai nostalgici una certa dose di adrenalina, esso fa perdere qualche punto in originalità a una serie che, finora, aveva ben dimostrato di sapersi muovere sulle proprie gambe senza dover ricorrere a un utilizzo smodato di fan service. Rimangono comunque varie linee narrative indipendenti che promettono una dose di imprevedibilità ai futuri accadimenti dei prossimi due episodi: dalla scomparsa di Padre Bennett, le cui indagini si spera non rimangano incompiute, all'agognata fine del rapporto tra Jessica e Tomas, con relativa denuncia alle autorità ecclesiastiche della reiterata rottura del voto di castità da parte del fascinoso prete. Va un po' meglio al povero Marcus, sebbene non gli venga concesso nemmeno il tempo di una fugace avventura con l'ammiccante avventore di un bar (The Exorcist è la seconda serie tv, in questa settimana, a sottolineare come essere omosessuale non precluda il poter essere, al tempo stesso, un eccellente uomo di chiesa). Il dovere chiama, Satana non aspetta nessuno.

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