The Exorcist 1x04, "The Moveable Feast": la recensione
Ecco la nostra recensione del quarto episodio della prima stagione di The Exorcist, intitolato The Moveable Feast, in cui ci si prepara al momento clou dell'esorcismo di Casey
La funzione preparatoria di The Moveable Feast viene portata perfettamente a compimento attraverso tutte le diverse linee narrative, che sembrano convergere verso una resa dei conti che va al di là dello specifico caso di Casey, inserendolo in un contesto di atrocità più ampio e terrificante. Se la ragazza, dopo l'aggressione subita e perpetrata la settimana scorsa, giace in un letto d'ospedale preda delle tentazioni - o meglio, vessazioni - del Venditore (Robert Emmet Lunney), alias il demone che la tormenta, Marcus (Ben Daniels) riprende fiducia nelle proprie doti d'esorcista grazie al suo breve ma intenso soggiorno in un convento di suore, dove libera un giovane dalla possessione diabolica.
La scena dell'esorcismo è, per la verità, piuttosto breve e scarna, benché resa stranamente conturbante dall'uso di luci fucsia che fanno da cornice a uno stuolo di suore raccolte ad assistere all'evento. Tuttavia, risulta efficace per preparare il palato del pubblico alle emozioni forti del prossimo episodio, oltre a costituire un gradino necessario per la riconquista dell'autostima da parte di Marcus.Percorso meno rassicurante è quello che sta compiendo Padre Tomas (Alfonso Herrera) che, sebbene resista con solido vigore alle lusinghe della carne rappresentate dalla dolce Jessica (Mouzam Makkar), sembra comunque addentrarsi in territori pericolosi accettando l'aiuto economico della facoltosa Maria Walters (Kirsten Fitzgerald), nella cui casa il nipotino del prete ha un incontro poco piacevole.
Insomma, il terreno per la puntata "madre" è stato preparato con una semina più che avvincente; giunti a due episodi dalla finale di stagione, l'augurio è che The Exorcist non perda quota proprio in corrispondenza dell'acme narrativo su cui sembra aver puntato tutto. Stando a quanto mostrato finora, continuiamo a pensare che le nostre alte aspettative siano state ben riposte.