The Exorcist 1x02, "Lupus in Fabula": la recensione

Ecco la nostra recensione della seconda puntata della prima stagione di The Exorcist, in cui la possessione di Casey inizia a presentare sintomi evidenti

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Spoiler Alert
Se l'esordio di The Exorcist aveva mostrato, sin da subito, di voler procedere su un sentiero divergente da quello tracciato nel 1973 dall'omonimo film di Friedkin, non riuscendo tuttavia a soddisfare la sete di orrore del pubblico più appassionato di horror, con Lupus in Fabula la serie Fox fa un salto di qualità encomiabile, iniziando a mostrare il lato più agghiacciante della possessione demoniaca. Benché i sintomi manifestati dalla giovanissima Casey Rance (Hannah Kasulka) siano ancora lungi dai terrificanti fenomeni paranormali cui il cinema ci ha abituati, il fiorire di insetti sotto il suo cuscino, unito al vomito spaventoso che segue a una sorsata inconsapevole di acqua benedetta somministrata dalla madre Angela (Geena Davis) forniscono allo spettatore la dose di brivido e repulsione che era mancata nell'episodio pilota.

Parallelamente alla tensione crescente in casa Rance, Padre Tomas (Alfonso Herrera) si adopera per portare il caso di Casey all'attenzione del Vaticano, mentre una visita del Pontefice è sempre più prossima. L'elemento forse più interessante di Lupus in Fabula risiede, tuttavia, nella scoperta di alcuni elementi chiave del passato di Padre Marcus (Ben Daniels), dall'infanzia di arduo addestramento come esorcista all'attuale posizione "scomoda" ricoperta all'interno della Chiesa. Come già efficacemente mostrato nel primo episodio, la contrapposizione tra i due diversi caratteri dei prelati conferisce sale al racconto, delineando sempre meglio un rapporto che ha, in sé, tutti i fondamenti più validi di un sodalizio televisivo accattivante e tumultuoso.

Una nuova ombra, inoltre, viene gettata sulla vita della classe meno abbiente di Chicago, vittima di un massacro legato all'espianto di organi per finalità che, possiamo azzardare, hanno ben poco a che fare con l'uso strettamente medico degli stessi. L'inserimento di una linea narrativa slegata, almeno in partenza, dalle connotazioni più sovrannaturali della serie risulta ben contestualizzato e volto all'arricchimento di una trama ben congegnata, sempre nel rispetto della massima coerenza drammatica.

In conclusione, Lupus in Fabula non solo riconferma quanto di buono visto nel pilot, ma ne accresce i meriti andando a colmare lacune che, a questo punto, sembrano imputabili solo alla volontà precisa di costruire l'orrore mattone dopo mattone, in una climax che speriamo mantenga costante il proprio graduale ma inesorabile aumento di tensione. Se uniamo la solidità delle interpretazioni di Daniels ed Herrera all'alta qualità registica e ad alcune scelte fotografiche di indubbia efficacia, il risultato provvisorio merita, per adesso, la nostra piena fiducia.

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