The Elder Scrolls: Legends, dal gioco di ruolo al gioco di carte - Recensione
Una delle serie ruolistiche più importanti di sempre diventa un card game: la recensione di The Elder Scrolls: Legends
Proprio come nel capolavoro Blizzard, è possibile partecipare online a partite amichevoli o classificate, puntando a scalare in quest’ultimo caso una classifica mensile dei migliori giocatori. Il matchmaking funziona nel complesso molto bene, e difficilmente ci si ritrova online a competere con avversari troppo forti o troppo poco competitivi. Altrettanto interessante è la modalità Arena, giocabile contro l’IA o un avversario in carne ed ossa, nella quale comporre un mazzo di trenta carte scegliendo di volta in volta una carta fra un set di tre casuali; una volta creato il deck, si andrà avanti a oltranza, sino a quando non di verrà sconfitti per tre volte, collezionando premi e incentivi sulla base alla performance. Dove The Elder Scrolls: Legends brilla più dei suoi competitor è nella modalità storia, con una narrazione che si fregia di un doppiaggio ben fatto e di scene di intermezzo che raccontano una storia che, pur non brillando per inventiva e profondità, mette di fronte ad alcune scelte morali che non solo determineranno il proseguo della modalità, ma anche le ricompense tra un combattimento e l’altro.
The Elder Scrolls: Legends appare sin da subito come un titolo familiare, si parte con tre carte e ad ogni mano se ne pesca una dal deck: ognuna ha un suo punteggio energia, si possono calare in campo tante carte quanti sono i punti energia accumulati ad ogni turno, sapendo che ad ogni nuovo turno non solo aumenterà la capacità massima di punti energia accumulabili, ma che tale massimale si riempirà totalmente. Una volta calata in campo una carta creatura si potrà utilizzarla per attaccare una creatura avversaria o l’avatar nemico, puntando a scalare progressivamente i 30 punti vita e a vincere la partita. Dietro un sistema di gioco molto classico e certamente derivativo, trovano tuttavia spazio una serie di idee che contribuiscono a dare al titolo Dire Wolf Digital un feeling distintivo. Ogni carta ha uno o due (raramente) attributi fra forza, volontà, intelligenza, agilità e resistenza, e nella combinazione del deck potranno essere rappresentati al massimo due tra questi attribuiti, oltre alle immancabili carte neutrali, per creare un mix che conferisca una certa libertà nel creare il mazzo da battaglia.
"Scesi nell’arena, si trovano una serie di elementi tattici e distintivi che vanno a raffinare le dinamiche classiche da battaglia"[caption id="attachment_170560" align="aligncenter" width="600"] Il buon comparto artistico viene evidenziato dalle immagini sulle carte[/caption]
Al di là di questi aspetti è tuttavia impossibile non notare la natura fortemente derivativa del gioco, per certi versi davvero molto difficile da valutare. Da un lato verrebbe da dire che The Elder Scrolls: Legends altro non sia che un Hearthstone con qualche leggero elemento di differenziazione, e pertanto forse non troppo interessante dati il diverso livello di maturità dato dal tempo sul mercato e, più in generale, una cura produttiva e stilistica decisamente inferiore, quasi addirittura dozzinale al paragone. D’altro canto sarebbe però ingeneroso bollarlo come semplice clone del gioco Blizzard,perché si tratta di un titolo divertente e ben congegnato, che cerca di emergere con caratteristiche proprie. Oltre a piccoli dettagli di gameplay, è bene sottolineare l’enfasi posta sulla modalità storia e in generale sulle meccaniche PvE (l’arena in single player da giocarsi contro l’IA pare già ottima).
Va inoltre menzionato come Dire Wolf Digital sembri voler spingere sull’accelleratore degli eSports molto più di quanto non interessi farlo a Blizzard. Oltre all’integrazione con Twitch e alla modalità spettatore, dovrebbe infatti debuttare a breve l’annunciatissima modalità sfida, che dovrebbe a tutti gli effetti garantire la possibilità di organizzare tornei competitivi, che andranno oltre le classiche partite classificate. In attesa di vedere queste e altre integrazioni, di registrare il bilanciamento di alcuni deck e carte e di vedere se e come il PvE verrà effettivamente supportato il giudizio è dunque positivo, con qualche riserva, ma fiduciosi che nel giro di pochi mesi (e se la comunità dovesse dargli una chance) si trasformerà in un piccolo gioiello.