The Dropout: la recensione

La miniserie The Dropout racconta come Elizabeth Holmes sia diventata la peggior nemica di se stessa e dipinge un triste, ma realistico, quadro della nostra società

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The Dropout: la recensione della miniserie disponibile su Disney+

Il sentimento che emerge guardando la miniserie The Dropout è la frustrazione, se non addirittura la rabbia, perché quella di Elizabeth Holmes (Amanda Seyfried), prima che il suo castello di carte crollasse, rivelando le sue bugie, era davvero una buona idea, soprattutto in un paese come gli Stati Uniti in cui l'assistenza sanitaria non è alla portata di tutti.

La trama di The Dropout

La miniserie in 8 episodi The Dropout racconta l'ascesa e la caduta di Elizabeth Holmes, l'amministratrice delegata della Theranos, condannata nel gennaio del 2022 per 4 imputazioni di truffa aggravata, per cui potrebbe ricevere una sentenza di 20 anni di prigione.

Nativa di Houston, Elizabeth è introdotta come una giovane donna intelligente ed ambiziosa che, come lei stessa terrà a sottolineare nel primo episodio della miniserie, rientra nell'esiguo 10% di studenti accettati nella prestigiosa università di Stanford. Decisa a diventare miliardaria come molti dei suoi miti: Steve Jobs, Bill Gates ed Elon Musk, Elizabeth è una persona che non disdegna la competizione né il duro lavoro. Molto giovane, imparerà da sola il Mandarino in occasione di un'esperienza estiva all'estero a Pechino, dove incontrerà anche il miliardario indiano Sunny Balwani (Naveen Andrews), che avrà un ruolo centrale nella sua storia personale e professionale e che, proprio come lei, sarà il perfetto portabandiera di uno dei temi centrali di questo prodotto, nonché uno dei più grandi problemi della nostra società: l'esaltazione dell'ignoranza ed il culto della personalità.

Come dice il titolo stesso della serie, infatti, appena troverà l'idea che è certa la renderà ricca e famosa, Elizabeth Holmes abbandonerà gli studi a soli 19 anni per immergersi completamente nel suo progetto: creare una macchina che possa fare delle analisi ematiche complete con una sola goccia di sangue, facendo risparmiare denaro, tempo e traumi ai tanti malati in giro per il mondo.

The Dropout

Un racconto attuale che fa riflettere

Da questa premessa parte la miniserie che è l'inquietante costruzione di un personaggio studiato a tavolino ed osannato da molte riviste e giornali specializzati come il nuovo genio della Silicon Valley, una donna in un mondo dominato dagli uomini che è riuscita a racimolare contributi ed accordi miliardari con importanti multinazionali vendendo il nulla, una scatola vuota che non ha mai davvero funzionato.

E questo, come accennavamo, dopo due anni di pandemia e qualche mese vissuto sull'orlo di una guerra mondiale, è forse l'aspetto più attuale della miniserie The Dropout, che è appunto la parabola di una persona convinta di poter diventare qualcuno con la sola forza di volontà, senza impegno, senza preparazione, senza studio. Una donna che, con la complicità di quello che viene suggerito essere un compagno abusivo, che approfitterà spesso delle sue debolezze, trasformerà se stessa nell'immagine pubblica di una persona impenetrabile, riservata e risoluta grazie alla quale riuscirà a vendere al mondo la Theranos ed il suo fallimentare progetto.

In una scena particolarmente significativa e dal sapore di un presagio dell'episodio pilota, dopo aver presentato una sua idea alla professoressa Phyllis Gardner (Laurie Metcalf) di Stanford, un cerotto in grado di diagnosticare malattie e somministrare medicinali ai malati, ricevendo il benservito dalla dottoressa che le spiegherà perché sia irrealizzabile, una Elizabeth ossessionata da Yoda, per tutta risposta, citerà una delle sue più famose frasi, che diventerà peraltro più tardi anche il motto della Theranos: "Fare o non fare, non c'è provare".
Dietro all'insistenza della sua studentessa nel cercare di vendere quella che pensa chiaramente essere un'idea geniale, la Gardner le risponderà però senza mezzi termini:

"In quanto alla tua citazione, la scienza è fatta di tentativi, è questo. Potrai pensare di fare qualcosa dopo che avrai provato talmente tante volte che il fare non sembrerà nemmeno più un'opzione. La scienza è vera, Yoda è un personaggio verde che apparentemente conosce tutto nell'universo tranne la grammatica e la sintassi".

E questo, riassunto nella brillante risposta di una ricercatrice di una delle università più prestigiose al mondo è, come accennavamo, il leitmotif della miniserie The Dropout: non esistono scorciatoie e non basta avere sulla carta una buona idea per diventare lo Steve Jobs del futuro.

The Dropout -- Money. Romance. Tragedy. Deception. Hulu’s limited series “The Dropout,” the story of Elizabeth Holmes (Amanda Seyfried) and Theranos is an unbelievable tale of ambition and fame gone terribly wrong. How did the world’s youngest self-made female billionaire lose it all in the blink of an eye? Elizabeth Holmes (Amanda Seyfried), shown. (Photo by: Beth Dubber/Hulu)

Negli episodi spazio anche alla critica della mala-comunicazione

Più che il fallimento del progetto in sé, è la facilità con cui l'ambiente in cui gravita si innamorerà del personaggio interpretato da Elizabeth Holmes a costituire il lato più allarmante di questa vicenda, costellata di persone che si lasceranno ingannare da una maschera e che non si metteranno in discussione e, di conseguenza, non metteranno in discussione lei o la Theranos, nonostante gli squillanti campanelli d'allarme, perché questo è ciò che il sogno americano in particolare, ma la cultura occidentale in generale, vende e ripropone da anni, l'idea del "tutto è possibile per tutti, se ci credi" quando, nella realtà, le strade per i grandi sogni sono costellate di sacrifici e fallimenti.

Ciò che resta, quando si decide invece di usare inimmaginabili sotterfugi, è solo un inganno, un'immagine costruita a tavolino, una voce e delle espressioni provate davanti ad uno specchio o un mini laboratorio portatile che rifiuta di funzionare, che viene venduto come un'idea geniale, ma che mette invece a repentaglio la vita di molte persone.

In questo senso la miniserie The Dropout è anche una feroce critica nei confronti della mala-comunicazione portata, nel caso della Theranos, alle sue più estreme conseguenze, nel suo parossistico tentativo di costruire un'immagine basata su particolari come i maglioncini a collo alto usati dalla Holmes, che ricordavano chiaramente il fondatore della Apple, o il nome dato al mini laboratorio: Edison.
L'omaggio in questo caso era per l'uomo che coniò la frase "Non ho fallito, ho appena trovato 10.000 modi in cui non funzionerà," l'originaria versione del fake it until you make it dei giorni nostri, l'aforisma secondo cui sia sufficiente credere in qualcosa per ottenerla e che promuove la positività di pensiero come strada per un successo che non ammette ammissioni di colpe, nemmeno di fronte al fallimento più evidente.

Come accennavamo, la cosa davvero triste è che, in fin dei conti, nessuno voleva che Elizabeth Holmes e la Theranos fallissero, ma invece di ascoltare i suoi collaboratori, credere nel processo scientifico e rispettarne i tempi (chissà cosa sarebbe successo se fosse stato fatto), i protagonisti di questa storia hanno trasformato un'idea che avrebbe potuto cambiare il mondo in un fallimento da 900 milioni di dollari ed un enorme passo indietro per il ruolo delle donne nel mondo della scienza e dell'hi-tech.

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