The Don Rosa Library: Zio Paperone & Paperino vol. 12, la recensione
Il dodicesimo volume di The Don Rosa Library mostra un nuovo "incontro" tra Paperone e Doretta...
Carlo Alberto Montori nasce a Bologna all'età di 0 anni. Da allora si nutre di storie: lettore, spettatore, ascoltatore, attore, regista, scrittore.
Paperino e le carte perdute di Colombo è un sequel dell'episodio barksiano Paperino e il cimiero vichingo, nel quale prosegue l'epopea che determina addirittura la proprietà dell'America del Nord. La storia nasce su richiesta dell'editore norvegese Egmont, dopo che il capitolo precedente aveva visto i vichinghi rivestire un ruolo di primo piano; qui, stranamente, sono appena accennati, quasi a disattendere le aspettative. Si tratta di un viaggio esotico per il mondo in cui però manca Zio Paperone, e senza il suo personaggio preferito Don Rosa appare privo del suo abituale mordente. La trama è frammentaria e non riesce a raggiungere un climax vero e proprio, partendo però da un efficace incipit che gioca in modo intelligente con la fortuna di Gastone. A questa storia sono dedicati la maggior parte dei contenuti speciali dell'albo: ben quattordici pagine di storyboard che svelano la prima stesura del fumetto; una versione meno accattivante rispetto a quella finale, ma comunque degna di nota per il recupero di Akers McCover, personaggio che l'autore aveva creato pochi anni prima.
Zio Paperone in: Cuori dello Yukon è il primo capitolo aggiuntivo alla celebre Saga, che però non ha ancora la struttura a flashback che sarà adottata per gli episodi successivi. Rivediamo il giovane Paperone alle prese con Doretta Doremì, grazie a un ingegnoso espediente con il quale Rosa riesce a far interagire i due paperi rispettando la regola autoimposta di non farli più incontrare. Il tutto nasce dalla volontà di celebrare il centenario della Polizia a Cavallo del Nord-Ovest, con l'inserimento di due Giubbe Rosse realmente esistite... e un Jack London aspirante scrittore! Se il racconto non è tra i più riusciti del fumettista del Kentucky, non si può negare l'efficacia dell'emozionante finale, che porta i lettori a domandarsi come sarebbero andate le cose se Paperone avesse aperto la busta lasciatagli da Doretta.