The Don Rosa Library: Zio Paperone e Paperino vol. 1, la recensione

Il primo volume della Don Rosa Library raccoglie le storie con cui l'autore ha esordito nel mondo Disney

Carlo Alberto Montori nasce a Bologna all'età di 0 anni. Da allora si nutre di storie: lettore, spettatore, ascoltatore, attore, regista, scrittore.


Condividi

L'attesa Don Rosa Library arriva in Italia dopo anni in cui i fan dell'artista del Kentucky chiedevano a gran voce che questa raccolta cronologica venisse proposta. A differenza dell'edizione originale, Panini Comics opta per dei volumi alla portata delle tasche di un pubblico più ampio: niente cartonati da trenta dollari, dunque, ma brossurati di formato ridotto e con una foliazione pressoché dimezzata.

L'esordio della testata che ripercorre la carriera di un autore tanto controverso tra gli appassionati di fumetto disneyano è un evento, impreziosito ulteriormente dalle introduzioni scritte dallo stesso Don Rosa (in maniera simile a quanto avviene con Leo Ortolani su Rat-Man Gigante): l'autore racconta le motivazioni dietro alle sue scelte - che alcuni lettori giudicano fondamentaliste - e come hanno avuto origine le sue storie caratterizzate da una vera e propria venerazione per Carl Barks.

L'aderenza alle storie dell'Uomo dei Paperi e al realismo stanno alla base della scelta di applicare una nuova colorazione realizzata appositamente per questa edizione, le cui tinte potrebbero stranire l'abituale lettore di fumetti Disney: le monete del Deposito sono d'argento e non dorate (essendo quarti di dollaro), la palandrana di Zio Paperone è rossa e non blu, così come interamente rossa è anche la 313, così com'era alla sua prima apparizione nel corto animato Don Paperino.

Parallelamente ai fumetti, è possibile ricostruire la biografia personale di Don Rosa, a partire dalla romantica narrazione di come è stata disegnata Zio Paperone e il Figlio del Sole, con la spiegazione del perché il tratto risulti ancora acerbo, ma colmo di un sincero e intenso entusiasmo.

In Due Nipoti e Nessun Profitto traspare in modo abbastanza evidente come l'autore cerchi fin da subito di uscire dagli schemi, con una gag metafumettistica sulla base della quale viene imbastita l'intera vicenda e numerose vignette nelle quali si vede Gastone leggere di continuo fumetti Disney.

Paperino e il serraglio mitologico e Paperino e l'auto a pezzi sono storie brevi che soffrono alcune carenze grafiche da parte dell'autore (decisamente più a suo agio con trame avventurose), ma nelle quali si apprezzano le sceneggiature, molto simili a quelle ten-pages barksiane.

È però grazie a Zio Paperone e un fiume di soldi che Don Rosa può cimentarsi nuovamente con un racconto di ampio respiro, nel quale sfrutta anche i suoi studi di Fisica sottolineando come non voglia assolutamente trattare il lettore in modo infantile; già da questo primo volume appare infatti come un autore con una visione ben definita del mondo che sta iniziando a raccontare, addirittura anticipando alcuni momenti della vita di Paperone su cui deciderà di tornare in futuro con la sua Saga.

In alcuni casi, Rosa "scavalca" deliberatamente alcune regole dell'universo disneyano per seguire la sua concezione di questo mondo, nella speranza di riuscire a scrivere nuovi episodi che il se stesso bambino avrebbero apprezzato, tra una storia di Barks e l'altra.

Continua a leggere su BadTaste