The Discipline, la recensione

Avere poco più di vent’anni, sentire il proprio corpo animato da un’energia positiva che ti spinge a seguire i tuoi sogni, costruire un avvenire in cui concretizzare le aspettative di una vita. Melissa è una giovane donna di ventitré anni che vive a New York, sposata con Andrew, e sta provando a riscattarsi dopo un’adolescenza difficile, ma l’ardore tipico dell'età viene smorzato dalla voglia di emergere nel mondo del lavoro di suo marito. Melissa sta assistendo impotente alla morte del suo matrimonio, uno stillicidio inesorabile che le divora l’anima. Gli unici momenti di evasione rimasti sono le serate con l'amica di sempre Bliss e le corse al parco con il cane Hemingway. Davvero troppo poco per chi ha ancora fame di emozioni.

Un incontro apparentemente casuale sembra cambiare il monotono scorrere degli eventi: perduta in sogni erotici inconfessabili davanti al quadro Venere e il satiro, Melissa viene sedotta dal fascino di Orlando, appassionato come lei di Arte. Ecco palesarsi un’improvvisa quanto inattesa via di fuga da una condizione di frustrazione dilagante. Purtroppo, Melissa non sa ancora cosa la attende: avvicinata per le sue doti intellettive per entrare a far parte della Disciplina – un'organizzazione che sembra affondare le sue radici in epoca romana – la ragazza si ritrova suo malgrado al centro di una disputa millenaria tra sette esoteriche dai torbidi propositi e dalla dubbia natura.

Questo è l’incipit narrativo della serie Image Comics The Discipline, creata da Peter Milligan e Leandro Fernández, tandem creativo già ammirato su The Names. Il brossurato proposto da Panini Comics raccoglie i sei episodi pubblicati originariamente negli Stati Uniti.

Partendo dalla vita allo sbando di Melissa, gli autori delineano un noir contaminato da influenze mistiche e forti toni orrorifici, in cui il cuore pulsante è rappresentato dal sesso, inteso come percorso iniziatico che conduce a una maggiore consapevolezza di sé. Nelle diverse fasi dello sviluppo degli Iniziati, la protagonista entra in contatto con la parte più estrema e torbida della sfera sessuale, lasciando emergere il lato più oscuro che ognuno di noi cerca di mantenere sopito. Sono tante le scene esplicite in questo volume, ma mai si avverte la sensazione di trovarsi di fronte a qualcosa di volgare o banale: tutto è finalizzato a esaltare quella componente carnale primigenia che da sempre muove l’evoluzione.

Nonostante la scelta quasi provocatoria di un tema così spinoso e una riuscita prima fase densa di colpi di scena, la serie subisce però un evidente calo di ispirazione che vanifica la costruzione iniziale. La colpa è da ricercare prevalentemente nella non riuscita caratterizzazione del cast di comprimari e, in particolare, delle fazioni in guerra: sia l’Antico Consiglio della Disciplina che i Molestatori sembrano mossi da motivazioni blande, cosa che rende il racconto privo del giusto mordente. A mano a mano che si procede nella lettura, la perdita di interesse è progressiva.

Se da un lato la crescita di Melissa procede spedita, dall’altro non troviamo personaggi in grado di incarnare la sua ideale controparte, vanificando di fatto il percorso di trasformazione della giovane. In particolare, non viene offerta la giusta base narrativa alle splendide matite di Fernández: lo stile asciutto dell’artista argentino cattura tutta la tensione erotica degli incontri, che spesso sfociano in scontri cruenti e letali. Le sue anatomie spigolose si contorcono in una danza macabra resa ancora più d’effetto grazie al lavoro ai colori di Cris Peter, bravo nel creare funzionali contrasti cromatici con le sue tinte piatte.

Nonostante le ottime premesse, The Discipline si rivela dunque un fumetto debole, e comprendere i motivi di una sua mancata prosecuzione non è difficile.

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