The Disciples, la recensione

Abbiamo recensito per voi The Disciples, di Steve Niles, Christopher Mitten e Jay Fotos, pubblicato da Edizioni BD

Fumettallaro dalla nascita, ha perso i capelli ma non la voglia di leggere storie che lo emozionino.


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La nave stellare Venture è pronta a decollare per fare rotta su Ganimede, principale satellite naturale di Giove, il più grande dell'intero sistema solare. L’equipaggio è composto da tre cacciatori di taglie: Rick Newport (proprietario del veicolo), Dagmar e Jules. Il loro obiettivo è trovare Lisa Richmond, la giovane figlia di un potente sentore, scappata sulla luna per seguire una setta di fanatici religiosi e il loro santone, McCauley Richmond. La missione sembra in apparenza facile, ma, come spesso accade in situazioni del genere, le insidie giungono da strane e misteriose entità pronte a stravolgere equilibri consolidati.

La produttiva fucina dei Black Mask Studios - etichetta fondata da Matt Pizzolo (regista) e Gurewitz (chitarrista del gruppo punk-rock californiano Bad Religion, fondatore di Epitaph Records) - propone The Disciples, miniserie di quattro numeri scritta da Steve Niles per i disegni di Chris Mitten e i colori di Jay Fotos. Dopo l’esperienza on the road di We Can Never Go Home e il noir grottesco Ballistic, The Disciples si presenta come un fumetto fantascientifico dalle venature horror, componente immancabile visto il coinvolgimento dello sceneggiatore di 30 Giorni di Buio.

Canonico: questo l’aggettivo che meglio descrive il volume in oggetto. Tutti gli elementi che caratterizzano i generi sopracitati trovano spazio nello sviluppo del racconto: la fanciulla, figlia del potente di turno, sedotta dal ricco e affascinante miliardario a capo di una setta; la corruzione dei doganieri della base di lancio; il salto interstellare sulla luna più grande di Giove; la minaccia aliena che si palesa sotto forma di essere orrorifici. L’approccio classico di Niles alla sceneggiatura produce un fumetto che se da un lato non approfondisce le diverse anime della storia, dall’altro non genera granché interesse, o sufficiente thrilling, a causa della totale mancanza di svolte e colpi di scena.

La manieristica penna dello sceneggiatore si limita infatti a narrare una storia che si allinea a quanto letto o visto sul grande schermo negli ultimi anni: un racconto leggero in cui latitano sia la fascinazione tipica del genere sci-fi che i brividi dell'horror. Giunti al termine della lettura, diverse sono le domande alle quali è difficile trovare una risposta: che tecnologia utilizza la navicella? Che rapporti intercorrono tra i membri dell’equipaggio? Cosa ha spinto i discepoli a trasferirsi proprio su Ganimede? Chi sono questi essere misteriosi?

Se la sceneggiatura manca di originalità e solidità, non fa di meglio la componente artistica affidata all'arte di Mitten. Quello che colpisce è la scelta di realizzare tavole scarne e per nulla dettagliate, cosa che, considerando il genere affrontato, priva la storia del suo potenziale estetico. La lettura risulta comunque scorrevole, ma l’artista non fa nulla per riempire il vuoto lasciato in fase di scrittura da Niles: a illustrazioni fantastiche o ad effetto preferisce infatti vignette senza fondali e inquadrature prive di dinamicità.

Unica nota positiva, la prova di Fotos, in grado di colmare i grandi vuoti di questo fumetto e di giocare con la luminosità di alcune soluzioni attraverso un riuscito accostamento di tinte calde e fredde.

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