The Defenders 1x07 "In prigione": la recensione

Dopo gli sconvolgimenti dello scorso episodio, The Defenders si prepara al finale di stagione con i protagonisti impegnati a difendersi su più fronti

Dal 2017 sono Web Content Specialist l'area TV del network BAD. Qui sotto trovi i miei contatti social e tutti i miei contenuti per il sito: articoli, recensioni e speciali.


Condividi
Spoiler Alert
Non è da considerarsi come un episodio di transizione, questo penultimo della stagione di The Defenders, ma appare chiaro a più riprese come esso viva in uno spazio ideale compreso tra le esplosioni narrative della scorsa puntata e il gran finale della prossima. La morte di Stick da un lato e di Alexandra dall'altro ha lasciato entrambi i gruppi in balìa dell'incertezza. E in quello spazio di incertezza, nel quale momentaneamente si fa più sfocata la vista sugli obiettivi della storia, si è insinuata con prepotenza Elektra. L'ultima e più terribile incarnazione di Black Sky è riuscita a mettere fuori gioco gli eroi e a sottomettere i villain rimasti. Con Iron Fist prigioniero, apparentemente nulla si mette tra lei e il suo obiettivo.

Il flashback con cui si apre l'episodio, soprattutto alla luce di ciò che già conosciamo, ha il sapore di un oscuro presagio. E c'è una qualche affinità, suggerita dalla scrittura, nel modo in cui Stick si serve di Elektra nello stesso modo in cui avrebbe voluto fare Alexandra. La scrittura suggerisce che sia stato quell'addestramento di base, con la sua mancanza di umanità, a fare del personaggio ciò che è oggi. La panoramica silenziosa sugli eroi sconfitti ci racconta l'esito lontano di quella costruzione. E tornerà su quello, in un modo o nell'altro, nell'affiancare la prigionia di Danny ai nuovi obiettivi di Elektra, che ormai ha raccolto il testimone dalla donna che lei stessa ha ucciso.

Matt, Jessica e Luke, fuggitivi per necessità, non possono far altro che intraprendere una corsa contro il tempo per cercare di fermare La Mano. Evidentemente qui ogni forma di caratterizzazione, ma soprattutto ogni interazione viene raccontata tramite l'azione più che con le parole. Decisione inevitabile data l'impostazione stringente della miniserie che va a concludersi. Eppure piccoli momenti, come Jessica che in metro ruba una lattina di birra da un vagabondo, riescono a restituire quel valore più personale a una storia che, quando gioca con se stessa, è molto piacevole. Su tutte una battuta sul fatto che Danny non può fare a meno di raccontare a tutti quelli che incontra di essere l'Iron Fist.

Lo scontro che vedremo è più un preludio al confronto finale. Tre contro tre – ed è uno spasso vedere lottare Madame Gao – i Defenders rimanenti se la devono vedere con i loro nemici. Intanto, Elektra svela a Danny il grande ruolo che lui dovrebbe avere nello spalancare un portale che rilascerebbe il vero potere della mano. Simboli sul petto che richiamano creature sepolte. Il tutto narrato come il solito brusio sommesso e seppellito dai rumori della città ignara. Questi non sono alieni che attaccano dal cielo, questi sono demoni che giungono dal sottosuolo e vengono combattuti nell'ombra.

Continua a leggere su BadTaste