The Defenders 1x02 "Un bel gancio destro": la recensione

Secondo episodio di The Defenders: il gruppo non è ancora formato, ma si moltiplicano gli incontri e la minaccia è più concreta

Dal 2017 sono Web Content Specialist l'area TV del network BAD. Qui sotto trovi i miei contatti social e tutti i miei contenuti per il sito: articoli, recensioni e speciali.


Condividi
Spoiler Alert
Tra gli elementi più interessanti di questo universo all'interno di un multiverso che corrisponde al Marvel Netflix Universe, c'è la sua presunta ordinarietà. Per chi segue l'esplosione del genere dal 2000 (X-Men arrivava al cinema), l'idea di uno sviluppo capillare di queste storie oltre il cinema, oltre i singoli progetti, emerge ormai come qualcosa di naturale, perfino di logico in un momento di forte intertestualità come quello che stiamo vivendo. E invece di per sé è qualcosa di incredibile. Quattro serie separate che fanno parte di un universo televisivo tutto loro, e che a loro volta sono uno spin-off con un linguaggio e un impatto visivo proprio rispetto al grande ombrello cinematografico sotto cui ricadono. The Defenders, da questo punto di vista, rimane comunque un progetto di forte interesse.

E se il ritmo narrativo da spalmare sulle otto puntate previste al posto delle tredici canoniche appare come qualcosa di diverso rispetto al solito, gli showrunner Doug Pietre e Marco Ramirez muovono tutto in avanti con le giuste tempistiche. Dove il primo episodio di The Defenders ha tenuto separati i personaggi, ognuno impegnato a seguire la propria pista verso un obiettivo comune che possiamo vedere all'orizzonte, il secondo episodio va avanti. Arrivano i primi collegamenti, quelli che vedono apparire insieme da un lato Matt Murdock e Jessica Jones e dall'altro Luke Cage e Danny Rand. Ma si moltiplicano anche le apparizioni di personaggi noti come Jeri Hogarth, che vediamo insieme a Foggy, e ancora Misty, ma anche Stick.

I fili della storia sono un po' scoperti, ma si tratta di coincidenze necessarie nel momento in cui si deve tendere alla reunion tanto attesa e non più rimandabile. Ecco quindi che Luke, seguendo il ragazzo che vorrebbe proteggere, finisce per imbattersi in Danny. Tra i due sorge qualche ovvio attrito, nella più classica tradizione che vuole gli eroi combattere tra di loro prima di allearsi contro il cattivo di turno. Bisognerebbe resistere alla tentazione di ridurre tutto ad un paragone con il Marvel Cinematic Universe, ma, tanto per divertirci, il momento ha qualcosa del primo scontro tra Thor e Hulk in Avengers. Come il dio del tuono Danny rimane, un po' ingenuamente, ancorato ai suoi titoli altisonanti e alla sua missione di Iron Fist e protettore di K'un-Lun. Il suo pugno, come il martello di Thor, è lo strumento che sovverte le aspettative dell'avversario – in questo caso Luke – che si vede mandare al tappeto come non avrebbe pensato.

L'incontro tra Jessica Jones e Matt Murdock è appunto solo questo: un incontro. Sull'apparizione dell'avvocato partono i titoli di coda e la promessa di tornare a quel momento che basta a se stesso. Anche qui Jessica finisce per trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato, incontrando sulla sua strada Elektra e la sua forza. Per lei come per Luke è il momento della sorpresa e della scoperta della propria debolezza. Forse un punto da cui ripartire una volta presa coscienza dei propri limiti. E questo sembra essere un trend comune a tutti i personaggi messi in campo nelle prime due puntate, buoni e villain.

La stessa Alexandra, che appare ancora vestita di bianco a confermare una prima interpretazione emersa dalla première, è stata ancorata fin dalla sua prima apparizione ai suoi limiti più grandi. Stick è prigioniero, Elektra non è più se stessa, Madame Gao pare dipendere dal volere di Alexandra. I quattro protagonisti, nonostante le rispettive vittorie nelle stagioni precedenti, sembrano aver fatto un passo indietro, quasi sotto il profilo della loro autoconsiderazione. Su ognuno di loro pendono sensi di colpa per le vite non salvate. Eroi e villain spinti in avanti dalle circostanze, venendo a patti con ciò che sono e abbracciando ciò che devono essere.

Continua a leggere su BadTaste