The Deadly Tower of Monsters, la recensione

L’Italian Spiderman dei videogiochi: la recensione di The Deadly Tower of Monsters

Lorenzo Kobe Fazio gioca dai tempi del Master System. Scrive per importanti testate del settore da oltre una decina d'anni ed è co-autore del saggio "Teatro e Videogiochi. Dall'avatara agli avatar".


Condividi

The Deadly Tower of Monsters prende in prestito lo stratagemma (meta)narrativo che fece, in buona parte, la fortuna dell’indimenticabile Italian Spiderman, lungometraggio che di fatto rappresentò la tesi di laurea di Dario Russo: regista australiano di nascita, ma dalle evidenti origini italiane. Come fu per la pellicola della (fittizia) casa di produzione Alrugo, il videogioco si presenta come una nostalgica operazione di rivisitazione e restauro, in forma di DVD, di un vecchio capolavoro trash, originariamente proiettato nelle sale cinematografiche di tutto il mondo diversi anni addietro. L’espediente, per quanto riciclato, è efficacissimo per introdurre e giustificare i pilastri portanti di questo shooter in terza persona con visuale isometrica. Comicità ed un’estetica che ricalca gli stilemi di tanti B-Movies degli Anni ’70: sono questi gli assi nella manica della creatura dell’ACE Team.

Ludicamente parlando, non si va oltre alla sufficienza, poco più che un compitino, per quanto ben realizzato e confezionato. Con poche variazioni sul tema, si tratterà di abbattere orde di nemici e giganteschi boss affidandosi ad attacchi ravvicinati, raggi laser e all’immancabile manciata di poteri speciali. L’arsenale è ben fornito e spazia da spade laser a fruste al plasma, passando per fucili, razzi e aspirapolveri in grado di creare veri e propri buchi neri. Ogni strumento offensivo, manco a dirlo, può essere opportunamente potenziato e modificato, scovando specifici collezionabili in giro per le ambientazioni, così da aumentarne i poteri distruttivi o cambiarne semplicemente l’aspetto.

[caption id="attachment_150733" align="aligncenter" width="508"]The Deadly Tower of Monsters screenshot 1 Come il titolo lascia intendere, dovrete scalare una torre piena di nemici pronti a tutto, al fine di giungere all’ultimo piano e sconfiggere il malvagio Dottor Peculiar.[/caption]

Il terzetto di eroi disponibili gode ovviamente di abilità uniche, schivata o generazione di uno scudo deflettore per esempio, e salvo rarissime occasioni, raggiungendo i checkpoint potrete liberamente alternarli sia per semplice diletto, sia per risolvere i semplicissimi (e sparuti) enigmi che vi sbarreranno la strada. Il bestiario, meno ampio di quello che ci si aspetterebbe da un colossal fantascientifico, riesce nel suo intento che non è quello di testare l’abilità del videogiocatore, bastano quattro ore e giusto un paio di game over per giungere ai titoli di coda, quando di dare vita a furiosi scontri in cui tenere testa a numerosi avversari contemporaneamente. Come il titolo del gioco lascia supporre, inoltre, c’è una torre da scalare, caratteristica che introduce a brevi sezioni platform da superare aiutandosi con jetpack e dispositivi per il teletrasporto. Anche da questo punto di vista niente di impegnativo, sebbene si tratti di sezioni utilissime per donare un minimo di varietà all’avventura.

"The Deadly Tower of Monsters è un umilissimo sparatutto twin stick in cui si sfruttano i due analogici per muovere il personaggio e direzionare i propri attacchi"

Considerandone solo gameplay, level design e sistema di controllo, The Deadly Tower of Monsters è insomma un umilissimo sparatutto twin stick in cui si sfruttano i due analogici per muovere il personaggio e direzionare i propri attacchi. Non c’è un briciolo di innovazione, né una feature in grado di fare la differenza nei confronti della nutritissima concorrenza che affolla qualsiasi store digitale di ogni piattaforma contemporanea. Il valore aggiunto della produzione si riallaccia direttamente alle sue premesse narrative. L’epopea tira in ballo Pipino Starpeed, improbabile astronauta che insieme al suo robotico assistente, The Robot, si schianta sulla superficie di Gravoria: pianeta soggiogato dalle smanie tiranniche del folle Dottor Peculiar. Oltre all’ovvia necessità di riparare la propria navetta spaziale, gli esploratori del cosmo saranno motivati nel muovere guerra al cattivone di turno dalla bella Scarlet Nova: figlia del despota, mossa da buoni intenti e compassione a porre fine in ogni modo al dominio dello scellerato padre.

[caption id="attachment_150735" align="aligncenter" width="508"]The Deadly Tower of Monsters screenshot 2 Artisticamente il gioco offre uno spettacolo più che degno. Tecnicamente ci si consola con un motore grafico mai in affanno e ancorato ai 30 fps.[/caption]

Una trama volutamente scontata, e saggiamente rimpinzata di cliché, che si ravviva grazie ai continui commenti fuori campo di Dan Smith: il regista di questo strambo B-Movie, chiamato al ruolo di annotatore nella riedizione del film in DVD. Ereditando, anche qui, una tecnica già vista in altri titoli come il bellissimo Bastion, l’artificio dà modo al fittizio direttore artistico di lasciarsi andare a un nutrito numero di aneddoti, tutti ovviamente tra il comico e il grottesco, volti a giustificare la pochezza degli interpreti e degli effetti speciali utilizzati. Graficamente, difatti, il titolo si mostra per quello che vuole essere: la riproduzione di un fatiscente set di uno sfortunato lungometraggio sci-fi. Abbondano cavi di sicurezza in bella vista, palme di gomma, creature che si muovono in stop-motion e mostri truccati e travestiti alla bell’e meglio. Godurioso poi, per amanti ed esperti, scovare le numerose citazioni e i continui rimandi alle pellicole del passato: da Il Pianeta Proibito, a Il Pianeta delle Scimmie e 2001: Odissea nello Spazio, sono davvero moltissimi i siparietti comici basati sulla rilettura in chiave ironica di scene già viste altrove.

The Deadly Tower of Monsters è un gioco che vince grazie alla sua simpatia e al contesto narrativo nel quale è inserito. La grafica, il gameplay e il level design non apportano innovazioni, né denotano qualità sufficienti per far spiccare la produzione rispetto alle tante altre simili. L’ACE Team ha deliberatamente scelto di infondere carattere al gioco proprio dal punto di vista artistico, confezionando così un titolo sì piacevole da giocare, ma divertente soprattutto nello scoprirne i risvolti narrativi. Va da sé che bisogna essere grandi cultori della fantascienza che fu per apprezzarlo appieno. Altrimenti si rischia di annoiarsi in fretta con quello che resta un buon shooter twin stick e poco più.

Continua a leggere su BadTaste