The Courier, la recensione
Copiato da tutto il resto dei film del suo genere ma incapace di farlo bene, The Courier è un disastro con nomi eccellenti
No. Nemmeno in questo riesce a The Courier, film dirottato su Prime Video, diretto da Zackary Adler e scritto assieme ad un team che (come lui) non vanta un titolo noto in filmografia.
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Il corriere deve fare una consegna ma tutto va storto ed entra in contatto con un testimone che tutti vogliono fare fuori perché non riveli di aver visto che un gran boss della mala ha ucciso qualcuno. Finirà a dover proteggere questo nerd per proteggere se stessa. Ovviamente la soluzione per rimanere vivi fino alla testimonianza sarà la solita: fare fuori tutti.
Come è facile aspettarsi tutto The Courier è improntato alla copia di qualcos’altro. Una copia molto poco sofisticata e più sbrigativa, che non ha nessun interesse a costruire le singole svolte, i singoli personaggi o anche le scene che intende copiare ma si illude che basti presentarle perché sia sufficiente a scatenare l’eccitazione o se non altro il divertimento dello spettatore. E sbaglia.
A dare particolarmente fastidio però è la caratterizzazione dei personaggi. La costruzione artificiosa della coolness della protagonista è abbastanza puerile, tuttavia viene solo un passo dopo quella del villain di cui capiamo la malvagità dalla benda sull’occhio, come fosse un Solid Snake in pensione, e dal fatto che ascolta musica classica senza voler essere disturbato.
Quanto peggio The Courier sbaglia tutta l’azione. Non solo pretende troppo da Olga Kurylenko, scrive per lei scene d’azione esagerate e poi è costreto ad un montaggio furioso per nascondere la presenza di una stunt-woman, rendendo tutto incomprensibile, ma poi ambisce a montaggi alternati tra una sparatoria e la puntina del vinile che salta, come a far capire che c’è un piano del villain che sta saltando anch’esso. L’accompagnamento di una colonna sonora da Real Tv non aiuta.
Chiuderanno il tutto una pessima carneficina in un garage e un inseguimento paradossale con un drone, talmente poveri da avere l’unico effetto di far notare quanti pochi ambienti e che scarsità di luci e espedienti di messa in scena regnino nel film.
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