The Cannibal Family 12: Nel dolore di ogni lacrima, la recensione
Abbiamo recensito per voi il dodicesimo numero di The Cannibal Family, di Stefano Fantelli, Paolo Antiga e Simona Simone
Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.
Nel dolore di ogni lacrima, scritto da Stefano Fantelli e disegnato da Paolo Antiga e Simona Simone è una albo travolgente, diretto, spietato, testimone di una qualità eccelsa (nonostante il problema di stampa che sarà risolto). Questa uscita ci offre l'occasione di parlare più in generale di una testata sconvolgente e dal cast straordinario, in cui - oltre al co-creatore Rossano Piccioni - hanno collaborato con Fantelli nomi internazionali e giovani talenti dal futuro luminoso: scrittori quali Andrea Cavaletto, Antonio Tentori, Luca Blengino e Jimmy Palmiotti; disegnatori come Andrea Tentori Montalto, Dario Viotti, Paolo Antiga, Nathan Ramirez, Christian Ferrero, Simone Delladio e Claudio Montalbano; copertinisti del calibro di Nicola Genzianella, Alessandro Bocci, Giorgio Santucci, Otto Schmidt, Blake Malcerta, Corrado Mastantuono e Bill Sienkiewicz.
Nell'intrattenimento horror odierno - in cui solo agli zombie è concesso fare scempio di un essere umano perché tale ferocia verso i propri simili può essere dettata solo da una misteriosa epidemia o da un elemento soprannaturale - Fantelli e Piccioni ci propongono i loro lucidi e distinti antropofagi. In una realtà quotidiana dove il Vegetarianesimo o il Veganesimo sono diventati un credo integralista e - a volte - intollerante, Edizioni Inkiostro si presenta sul mercato celebrando il trionfo del cibo inteso esclusivamente come ciccia e frattaglie; dove oggi la famiglia tradizionale è un retaggio del passato, la serie più rappresentativa della realtà abruzzese racconta la storia di un clan coeso che ricorda un nucleo parentale di tipo patriarcale, retto con autorità e autorevolezza da Alfredo Petronio. È lui il magnetico ed emblematico patriarca che governa con severità e dolcezza la propria progenie. Il suo è il DNA di un guerriero che non ha mai deposto le armi, in quanto guidato da una missione precisa.
Io e la mia famiglia acceleriamo il processo di rigenerazione dell'umanità. Mangiamo le persone che infettano la nostra società e risorgiamo dalle nostre ferite.
Se il figlio Argo e la sua consorte sono apparsi finora come personaggi secondari e poco incisivi, i nipoti di Alfredo sono figure di grande spessore caratteriale e narrativo; in Sara rivive lo spirito del nonno e quello della moglie Margherita, colei da cui tutto ebbe iniziò e che morì quando la ragazza nacque; in Gabriele bruciano la furia ribelle e l'istinto animalesco del suo sangue; il fedele maggiordomo coreano Chon è il completamento di un cast perfetto per un fumetto dissacrante e osceno ma al contempo ironico e intenzionalmente grottesco; deliziose le sensuali domestiche in costume da coniglietta sadomaso, come pure le ricette presentate in quarta di copertina.
The Cannibal Family, eretto su un equilibro impensabile tra assurdità e realismo, è una scoperta folgorante che può suscitare giudizi e reazioni opposte, irresistibile attrazione o fermo rigetto, ma a cui va riconosciuta senza pregiudizi un'originalità e un coraggio estremi.
Se l'arte deve disturbare, sconquassare certezze e annullare difese, Fantelli e Piccioni hanno dato vita a un'opera degna di tal nome.