The Caine Mutiny Court-Martial, la recensione | Festival di Venezia
William Friedkin affronta da diverse angolazioni i concetti di responsabilità, attendibilità e quello della colpa
La recensione di The Caine Mutiny Court-Martial, presentato Fuori concorso al Festival di Venezia 2023
The Caine Mutiny Court-Martial pesca quindi proprio da quella tradizione del film giuridico (già esplorata da Friedkin, nella sua relazione col potere militare, in Regole d’onore) e, riflettendo sulla legittimità di un episodio di ammutinamento da parte di un ufficiale della Marina americana, con esiti non celatamente conservatori William Friedkin mette in scena - per un ultima volta come in tutto il suo cinema - quel labile confine che divide il bene dal male.
La posta in gioco è altissima e l’occasione pressoché storica, poiché nel caso in cui l’imputato venisse assolto la Corte marziale ammetterebbe che il capitano Queeg (Kiefer Sutherland), in servizio da più di vent’anni, sia stato giustamente ammutinato perché mentalmente instabile (l’unica circostanza possibile in cui il primo ufficiale può deporre il capitano). Ciò implicherebbe, di conseguenza, un’inaccettabile inefficienza strutturale e un grave fallimento dei principi fondamentali della Marina americana.
William Friedkin con The Caine Mutiny Court-Martial affronta da diverse angolazioni i concetti di responsabilità, attendibilità e quello della colpa, esprimendo pienamente nel piccolo di questa vicenda quanto le parole e i discorsi possano plasmare i fatti e distorcere la realtà, con conseguenze che hanno sempre implicazioni etiche ben più grandi. Più grandi dei singoli, più importanti della giustizia individuale.
“È stato un processo strano e tragico”, dirà il giudice della Corte verso la fine del film. Tragico, per Friedkin, nella misura in cui l’individuo sovrasta un’istituzione, e un interesse di parte va a ledere ciò che è determinante per la solidità e la definizione del Paese: l’affermazione di un principio. Ancora Hollywood, ancora l’arte del discorso. Ancora Friedkin.
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