The Burial, la recensione
Tra sviolinate ad accentuare il pathos e monologhi che puntano esclusivamente a scaldare il cuore e a risvegliare gli animi, The Burial è un warm-hearted movie volutamente medio negli esiti, la cui promettente scrittura dell’intreccio non va mai oltre lo stereotipo di quel tipo di cinema.
La recensione di The Burial, disponibile su Prime Video dal 13 ottobre
La storia è piuttosto interessante perché si tratta di un puro procedural (con pochi extra fuori dall’aula, per costruire i personaggi) sull’inusuale argomento della giustizia contrattuale nel caso specifico delle lobby delle imprese funebri, ma che a sua volte si intreccia con il tema della discriminazione degli afroamericani. Quando infatti Jeremiah (Tommy Lee Jones), un anziano impresario di pompe funebri del Mississippi, vede la sua prosperosa azienda minacciata dall’assicurazione, decide a malincuore di venderne parte a un magnate canadese. Questa acquisizione si rivela però subito raggirevole e così essendo lo Stato della causa (il Mississippi) a prevalenza afroamericana, Jeremiah assume come avvocato Willie Gary (Jamie Foxx). Willie è un avvocato per casi di lesioni personali e ha sempre difeso clienti afroamericani: la causa di Jeremiah sarà quindi speciale in molti sensi e metterà Willie alla prova su un terreno che, per quanto contrattuale, avrà tutta la sostanza di un caso sui diritti civili.
Questa prevedibilità, di contro, si riversa tutta nei toni e nei personaggi. Mettendo da parte l’ottima prova attoriale di Jamie Foxx, il suo personaggio così come quello di Tommy Lee Jones non va mai oltre la superficie e/o lo stereotipo del più datato buddy movie. La cosa più frustrante è però la scrittura dell’avvocatessa della difesa: interpretata da Jurnee Smollett, l’avvocatessa afroamericana difende una lobby di magnati bianchi mostrando un’ostinazione e una combattività che, tuttavia, non rivela mai il difficile dualismo morale che il film vorrebbe comunicare e a cui prova a sopperire con un paio di dialoghi fuori dall’aula.
Un film che stimola molto più per i temi che solleva che per i suoi esiti specifici.
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