The Brave 1x01 "Pilot": la recensione

La nostra recensione dell’episodio pilota di The Brave in onda su The CW

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Spoiler Alert
Come avevamo già avuto modo di anticipare, questa stagione televisiva è caratterizzata da diversi show a tema militare di cui The Brave, che ha debuttato ieri negli Stati Uniti sulla NBC, è il primo ad andare in onda e, a giudicare dal suo esordio, quello che possiamo assicurarvi che è esattamente il tipo di show che vi potete aspettare se vi piace il genere militare/pieno d'azione, il che non vuol assolutamente essere un giudizio di merito, quanto piuttosto una costatazione di fatto.

Il pilot ci presenta da subito i suoi protagonisti: nell'angolo di destra, dagli uffici di Washington D.C. della D.I.A., la Defense Intelligence Agency, troviamo il direttore Patricia Campbell (Anne Heche), Noah (Tate Ellington) ed Hannah (Sofia Pernas), in quello di sinistra il bel capitano Adam Dalton (Mike Vogel), Ezekiel Carter detto "il predicatore" (Demetrius Grosse), il cecchino Jasmine Khan, detta "Jaz", (Natacha Karam), il medico Joseph McGuire (Noah Mills), detto "McG" ed il nuovo arrivato Amir Al-Raisani (Hadi Tabbal), membri di un Team militare d'elite di stanza in Turchia la cui prima missione è salvare la dottoressa Kimberley Wells (Alix Wilton-Regan), cittadina americana e chirurgo in missione con Medici Senza Frontiere e rapita vicino Damasco, in Siria.

L'aspetto migliore del pilot è che, al di là di qualche sporadico elemento, non viene fatta una noiosa presentazione di tutti i personaggi, di che genere di uomini o donne siano e di quali siano i motivi per cui hanno scelto questa complicata vita. Gli autori scelgono chiaramente la via di raccontarci di questi nuovi personaggi attraverso le loro azioni e, presumibilmente, grazie all'aggiunta di nuovi elementi che arrivarono negli episodi che seguiranno. Da questi primi 45 minuti apprendiamo, per esempio, che il direttore Campbell ha appena perso il proprio figlio in guerra e che, nonostante stia ancora affrontando il dolore, il suo senso del dovere l'ha fatta tornare al suo ruolo prima del previsto ed in questo senso la Heche è riuscita a dare una giusta nuance al personaggio, senza renderla lo scontato e prevedibile robot che lavora per un'agenzia governativa e che agisce come se non avesse sentimenti, ma un essere umano che sta ancora venendo a patti con una perdita devastante. Di Hannah scopriamo invece che è un ex operativa che, a giudicare dalla cicatrice che si intravede sul suo collo, è dovuta tornare in patria per adempiere al suo dovere in altra forma.
Per quanto concerne il Team operativo, il personaggio forse più stereotipato è quello di Jaz, nel suo ruolo di cecchino in un mondo di uomini, che tiene ad essere vista come soldato e non solo come donna. Ciò nonostante è proprio lei a tirare in ballo l'argomento con il capitano Dalton, quando lo ringrazia per essere stato il primo a vedere in lei in compagno d'armi più che una donna, osservazione alla quale il leader del team risponde dicendo che anche se questa cosa è vera, lui comunque non dimentica quanto debba aver faticato, in quanto donna, ad arrivare dove è arrivata, il tutto per stabilire senza ombra di dubbio che il protagonista dello show è tutt'altro che sessista, una conclusione a cui probabilmente saremmo potuti arrivare anche senza quello scambio.

Tornando alla missione affidata alla squadra, la situazione prende una piega inaspettata quando il team scopre che la dottoressa è stata rapita per sottoporre ad un'operazione un terrorista di nome Baghdadi, creduto morto dal Governo. La notizia, giunta ai piani alti, fa cambiare immediatamente la missione da "salvate la dottoressa" a "uccidete Baghdadi, l'ostaggio non è più una priorità". Ciò nonostante, il modo in cui il direttore presenta la novità al capitano Dalton è meno drastica, perché non gli ordina di non salvare Kimberley Wells, ma semplicemente di uccidere il terrorista, lasciandogli quindi un maggiore spazio di manovra che, ovviamente, l'eroico capitano userà a proprio vantaggio per salvare l'ostaggio ed uccidere comunque il loro target principale. Il fatto che la missione sia quindi un completo successo non è certo una grande sorpresa (sebbene lo sia invece il cliffhanger finale), ma ciò nonostante lo show fa un buon lavoro nel mantenere alta la tensione e nell'instillare quel tanto di curiosità nel pubblico da farlo preoccupare per il benessere dei protagonisti. Per quanto concerne la regia ed il montaggio non ci sono grandissime sorprese, tra movimenti di camera piuttosto veloci e tagli bruschi da una scena all'altra per aumentare la tensione, la serie fa un lavoro scolastico, ma corretto per imporre alla storia il giusto ritmo.

Come dicevamo all'inizio, The Brave è sostanzialmente quello che vi potevate aspettare: un procedurale militare in cui ad ogni nuovo episodio vedremo una nuova missione, grazie alla quale scopriremo qualche elemento aggiuntivo sulla natura dei diversi protagonisti. Sicuramente poi l'episodio pilota è scevro da plateali intenti politici, se non quello di celebrare la figura iconica del militare americano così come vista nell'immaginario collettivo, come l'eroe un po' rude e sensibile che protegge il mondo dalle minacce che incombono su di esso, rischiando la propria vita in prima linea, un messaggio piuttosto semplice e lineare che viene recapitato senza troppe pretese ma nella giusta modalità.

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La prima stagione di The Brave va in onda negli Stati Uniti ogni lunedì sulla NBC.

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