The Boys 2x04 "Nothing Like It in the World": la recensione
Dopo tre episodi carichi di azione e soprattutto dopo un finale del terzo episodio davvero esplosivo, The Boys rallenta un po'
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Dopo tre episodi carichi di azione e soprattutto dopo un finale del terzo episodio davvero esplosivo, The Boys rallenta un po'. O meglio, manda ogni personaggio sul proprio sentiero, gioca sulle separazioni e sui percorsi individuali piuttosto che sulle reunion attese. Nel fare questo, allarga ma non troppo le maglie dell'intreccio stagionale, ci ripete che Stormfront è il vero simbolo del male in questa stagione, si perde dietro alcune necessità drammaturgiche. Ma fa sempre il suo dovere, in una puntata, intitolata Nothing Like It in the World, dalla lunghezza importante ma sempre avvincente.
Quando fa questo, la serie è perfetta. Stormfront che arringa le folle con la sua retorica antisistema e anti-Vought, quando invece lei è perfettamente integrata in essa, è un'idea efficace. Funziona tutta la vicenda sulla scelta della partner per Abisso che accompagna l'episodio, e che ci parla indirettamente del controllo sulla vita privata per esigenze pubbliche. E ovviamente funziona il Patriota, qui perduto nell'esigenza del ricordo, nella necessità di essere accettato, o amato, o temuto, sfumature di sensazioni che si assottigliano sempre più nel corso della puntata fino a scomparire.
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