The Blacklist: Redemption 1x01, "Leland Bray": la recensione
La recensione della prima puntata della prima stagione di The Blacklist: Redemption, spin-off di The Blacklist.
Redemption si lega in particolare agli eventi della fine della terza stagione di The Blacklist, quando la temibile stratega Susan “Scottie” Hargrave entra in scena: tra le varie vicissitudini Red rivela a Tom che Scottie è la sua madre biologica, ma lei ne è all’oscuro, e continua a vivere nella rabbia e nel dolore per la perdita del figlio, che da allora crede morto.
Lo scioglilingua che Scottie è solita ripetere per calmarsi, “sopra la panca la capra campa”, la annuncia nella prima scena, mentre è impegnata a minacciare in modo creativo un intermediario che può fornirle il nome del rapitore dell’agente sotto copertura Anna Copeland e di suo figlio. La Halcyon Aegis infatti è stata ingaggiata per ritrovarli, e Scottie si trova nuovamente a convocare Tom per avere informazioni sul loro target, dal momento che lui e Anna hanno lavorato insieme in passato.
Il tempo che Howard sparisca ed ecco Scottie, che recluta Tom e lo conduce alla Halcyon, dove ritroviamo i membri del team: Nez Rowan, braccio destro di Scottie; Matias Solomon, al quale nella terza stagione di The Blacklist Tom spara a bruciapelo per vendicarsi dell’attacco a Liz, ma che com’era intuibile è sopravvissuto e tornato al suo lavoro; Dumont, mente tecnologica, hacker e un po’ voyeur.
Il resto dell’episodio è dedicato al rocambolesco piano per rintracciare Anna, dislocata a Londra, legata e minacciata di torture varie davanti al figlio. Il piano comporta tra le altre cose il rapimento di una bellissima nuotatrice, una festa ultra lusso in cui infiltrarsi, il trafugamento di mappe dell’era napoleonica e la rimozione di una bomba dalle interiora della prigioniera: inverosimiglianza, fortuna e infallibilità sovrumana che, come nella serie madre, accomunano i malvagi e gli (anti)eroi capaci di altrettante nefandezze per raggiungere i propri “nobili” obiettivi. In mezzo, i segreti della famiglia Hargrave, e le perturbanti allusioni a un’attrazione erotica di mamma Scottie per suo figlio, che speriamo verrà troncata sul nascere.
A fine episodio Howard ricompare per ricarare la dose di sospetti sulla moglie, che nel frattempo ha seppellito la bara del marito e firmato il certificato di morte del figlio. Durante un altro incontro segreto fornisce a Tom quelle che sarebbero le prove della manomissione del sistema di alimentazione del jet, e confida al figlio che, a differenza di Scottie, non si è mai arreso alla sua scomparsa, dedicandosi a ricerche ossessive: è da alora che nutre sempre più dubbi sulla moglie, secondo lui da sempre interessata solo a infiltrarsi nella Halcyon ed estrometterlo, cosa che ha tentato di fare cercando di farlo dichiarare malato di mente.
Questo primo episodio dà l’idea di una serie più concentrata sulla parte spionistica, meno drammatica e più focalizzata sull’inventiva e sulle abilità strategiche dei protagonisti. I richiami anni Settanta dello split screen e delle musiche sembrano confermare un’atmosfera più leggera e votata all’intratenimento, che ricorda Mission Impossible così come gli heist movies alla Ocean’s Eleven, ma potrebbe trattarsi di un’atmosfera relegata alla prima puntata. Il rischio di eccessi iperbolici e ripetitività è sempre dietro l’angolo: molto dipenderà dall’interesse dei singoli casi di puntata ma anche dalle dinamiche relazionali tra i personaggi. Di chi sarà la “redenzione” del titolo? È ancora decisamente troppo presto per dirlo.