The Bastard Executioner 1x03 "Effigy/Ddelw": la recensione

Terzo episodio per The Bastard Executioner: la nuova serie di Kurt Sutter non convince

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Spoiler Alert
Forse il problema sono le aspettative, forse il ricordo troppo fresco di Sons of Anarchy, forse semplicemente a questo giro Kurt Sutter non ha miscelato bene gli ingredienti. In ogni caso The Bastard Executioner al terzo episodio, così importante proprio perché il lunghissimo pilot era più che altro un prologo alla vicenda, ha confermato le problematiche della scorsa settimana, allungando le ombre sull'ultima serie di FX. Mentre la violenza esagerata si unisce ad apparizioni mistiche, scopriamo qualcosa di più sulle relazioni tra i personaggi e sulla loro possibile evoluzione, ma al tempo stesso non ci sentiamo mai veramente coinvolti dalla storia.

Wilkin continua il doppio gioco al servizio della baronessa "Love" per scoprire le identità degli uomini coinvolti nel massacro al suo villaggio. D'altra parte ha ancora un ruolo da interpretare, quello scomodissimo del boia. A cadere sotto i colpi della sua scure dovrebbe essere una ragazzina, caduta nelle mani degli inglesi durante l'ennesima imboscata tesa dai ribelli. A nessuno in realtà importa troppo della giovane, né agli inglesi, che vorrebbero farne merce di scambio per ottenere informazioni sulla ribellione e in particolare sul leader "Wolf", né agli stessi gallesi, che certo non vogliono scomodarsi – in primis sua madre – per una ricompensa così povera. Un po' per la misericordia della baronessa, un po' per l'azione tempestiva di Wilkin, che riesce a farsi dare qualche informazione dal fratello della ragazzina, l'esecuzione viene evitata.

L'episodio, intitolato Effigy/Ddelw, ruota proprio intorno alle effigi del barone, ora lavorate, ora a pezzi, che tornano ancora e ancora simbolicamente nel corso dell'episodio. Ci sono rapporti che vanno in pezzi e altri che si consolidano di nascosto. Vengono gettate le basi per un rapporto più stretto tra Wilkin e la baronessa, ma anche tra Wilkin e il crudele Milus, che ne conosce perfettamente il segreto. Su tutto poi c'è la mano della strega Annora e del suo servo-compagno, che da dietro le quinte pare manipolare i destini di molti.

Ad oggi, l'impressione principale su The Bastard Executioner è che Sutter sia arrivato a questo show con un certo ritardo rispetto ad altri diretti concorrenti, e che nel farlo non abbia saputo imprimere al progetto quella forza necessaria per imporsi. La storia ha i suoi problemi, ma in questo episodio emerge – e ancora una volta il paragone con Vikings è inevitabile – la pochezza delle ambientazioni, la fotografia che non comunica nulla, la ricostruzione mai sfruttata veramente. E poi c'è tutto il resto. C'è una gran confusione su quello che questa serie vuole essere, con la sua violenza che vorrebbe essere impressionante, ma non lo è mai, e con le sue deviazioni misticheggianti che non sappiamo come interpretare.

Momenti più bassi dell'episodio: la moglie morta di Wilkin che gli appare in un fascio di luce invitandolo ad andare avanti seguita da un serpente digitale di dubbia realizzazione che cerca di strozzarlo, quindi il ménage-à-trois di Milus che stringe un'effige nell'atto.

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