The Banner Saga 3 è davvero la fine - Recensione
La trilogia di Stoic giunge a conclusione: la recensione di The Banner Saga 3
Come ciò si traduca dal punto di vista del gameplay è presto detto. The Banner Saga 3 procede per metà in maniera analoga ai suoi predecessori, alternando quindi fasi nelle quali il clan si sposta (ma non viaggia, stavolta) e il giocatore si trova spesso coinvolto nelle sue faccende, costretto a prendere decisioni che possono essere di relativo effetto o di grande impatto e altre nelle quali deve condurre in battaglia i propri eroi, secondo quel gameplay ruolistico/tattico che i giocatori hanno imparato ad apprezzare. Nella seconda metà però cambia totalmente, non al punto da diventare un altro gioco, ma perde totalmente alcune delle sue caratteristiche, mentre aumenta nettamente l'importanza di altre. Difficile dire di più senza incorrere in spoiler, vi basti sapere che per la maggior parte del gioco non dovrete preoccuparvi più delle provviste, ma avrete un altro pensiero che vi assillerà, il tempo, e quanto ne avrete a disposizione dipenderà da quanto avrete fatto nei primi due episodi e da alcune scelte che in passato avrete preso.
Ha fatto un gran lavoro, Stoic, nel mettere insieme una storia che realmente valorizza le decisioni prese in passato dal giocatore e nell'imbastire una soluzione di gioco che conta ogni singola risorsa a sua disposizione. È lì che ha riversato la tanta cura profusa nei capitoli precedenti nei dialoghi, nella narrazione, nella caratterizzazione di alcuni personaggi, che nel terzo sono presenti in maniera estremamente minore, ma non per incapacità, ma proprio per la natura conclusiva dei questo ultimo dramma vichingo. Perché, soprattutto, The Banner Saga è stato un dramma di morte e devastazione, con sempre poco spazio lasciato alla speranza, e qui lo è ancora di più: si sa che si sta lottando per sopravvivere, ma non si sa se si vincerà davvero. Le convinzioni che già il secondo capitolo aveva messo in crisi, sulla distinzione tra il bene e il male, qui crollano definitivamente, seppellite dai segreti ora dell'uno, ora dell'altro personaggio.
[caption id="attachment_187838" align="aligncenter" width="1920"] ... e parte in una nuova, terribile ambientazione[/caption]
In The Banner Saga il comparto artistico è sempre stato qualcosa in più che messa in scena, piuttosto un elemento atto a dare coerenza a tutta l'epopea vichinga, collocando la lunga teoria del clan, incolonnata dietro il rosso stendardo, in paesaggi evocativi e bellissimi. Non c'è più un mondo da attraversare per uno dei gruppi che il giocatore guiderà, mentre l'altro si ritrova in un luogo devastato. Ma non importa, comunque vengono dipinti scenari dalla qualità indiscutibile, dettagliati, evocativi. Ad elevare il sentimento c'è, ancora, proseguendo la tradizione della serie, una colonna sonora intensa e varia, forse qui più oscura che in passato. D'altronde non potrebbe essere altrimenti, perché di quale tono sia la conclusione della saga non possiamo certo rivelarlo, ma il suo terzo e ultimo capitolo è sicuramente il più tragico e disperato.