The Alienist 1×09 “Requiem”: la recensione
La nostra recensione del nono episodio di The Alienist intitolato Requiem
I problemi con la puntata sono diversi e, in parte, nascono proprio dall'avverarsi di un timore che avevamo espresso nella recensione dello scorso episodio, quando avevamo accennato alla possibilità che la morte del personaggio di Mary venisse impoverita ed usata esclusivamente a servizio dello sviluppo del personaggio interpretato da Daniel Brühl.
Nella realtà dei fatti gli autori si sono spinti persino più lontano delle nostre stesse aspettative, perché il dolore del dottor Kreizler di fronte alla sua immensa perdita, bel lungi dal diventare occasione per approfondire la storia di un personaggio di cui, ad un passo dall'epilogo di questa serie, conosciamo ancora molto poco, viene quasi unicamente usato come esercizio di stile recitativo. Sebbene i sentimenti del protagonista risultino veri e devastanti, con un solo episodio a separarci dalla scoperta di un segreto che inseguiamo dall'inizio dello show, non solo le scarne scene dedicate a Laszlo non aggiungono nulla alla trama, ma non ci aiutano nemmeno a svelare il mistero di quest'uomo che - ormai ci siamo rassegnati - resterà per sempre tale.
Lasciandoci alle spalle il protagonista ed il suo dolore, il resto del team si dimostra comunque deciso ad arrivare in fondo ad un'indagine che, nella scorsa puntata, ha fatto così tanti passi avanti, partendo proprio dalla conclusione a cui erano giunti che Jacob Dury, John Beecham e soprattutto l'assassino siano la stessa persona.
L'aspetto più interessante dell'episodio resta pertanto lo stesso che ha fatto di quello passato uno dei più completi della serie, poiché assistere alle metodologie ancora in erba con cui i nostri eroi affrontano le indagini, si conferma l'aspetto migliore della serie, soprattutto paragonato a ciò che oggi sono diventati, almeno in televisione, i crime-show, sempre più incentrati sulla tecnologia o le stranezze (con matematici, medici, maghi e criminali ad indagare con metodi sempre più astrusi) e sempre meno su quello che una volta era il lavoro di gambe di ogni detective che si rispettasse.
Per questa stessa ragione, vedere Sara e Moore spulciare gli immensi libri del censimento, come unica fonte ufficiale per rintracciare un individuo, ha quel giusto tocco di tradizionale da rendere lo show davvero godibile, mostrandoci - con qualche licenza poetica - un'indagine portata avanti grazie all'intuito e appunto, al sopracitato lavoro di gambe che, in Requiem, porta appunto il team, privato della presenza di Kreizler, a scoprire un elemento essenziale che riguarda l'assassino e cioè come egli riesca ad avvicinare le sue vittime.
Il gruppo risale infatti al lavoro di Beecham che, dopo il licenziamento da un ufficio pubblico, sarebbe stato impiegato come picchiatore di uno strozzino incaricato di riscuotere le vincite non pagate dai padri di famiglie immigrate: uomini che, proprio come il suo stesso genitore, il killer ritiene indegni del proprio ruolo, una posizione che, peraltro, lo mette nelle condizioni di entrare in contatto con i figli dei suoi "clienti", che attira condividendo con loro la propria triste esperienza.
Nonostante il tentativo di approcciare le indagini con una metodologia inaspettatamente attuale, è altresì queste stesse che emergono delle strane contraddizioni sul criminale in oggetto e che, nell'episodio, non vengono comunque chiarite. Il motivo del licenziamento di Beecham dal suo primo lavoro viene collegato al fatto che egli fosse stato denunciato presso il suo superiore per aver instaurato quella che era stata ritenuta un'amicizia inappropriata con una ragazzina di 12 anni.
Non è chiaro, pertanto, se l'intento degli autori fosse quello di dare ad un personaggio che ci è sempre stato descritto come un disadattato che vive ai margini della società, una connotazione più umana o dimostrare piuttosto come egli sia evoluto, usando la sua piccola amica come una sorta di cavia, grazie alla quale ha scoperto la capacità di attrarre le proprie vittime mettendosi sul loro stesso piano e questa è una sorta di mistero che permane anche con la fine della puntata.
Così come drammaticamente aperta resta la questione dell'ex comandante Connor, l'assassino di Mary, che - nonostante una serie di crimini lasciati impuniti per tutto l'arco dello show, tra cui l'assassinio di un personaggio altolocato - continua ad aggirarsi indisturbato per la città facendo il buono ed il cattivo tempo.
Ricordiamo, a questo proposito, che solo nei confronti del nostro Team, la partita sia pericolosamente aperta, non solo l'irlandese ha infatti ucciso la compagna di Kreizler, ma in questo episodio minaccia apertamente Sara, quando, nelle prime puntate, aveva già brutalmente assalito Moore, il tutto senza che nessuno, all'interno del gruppo, sembri rendersi conto della sua reale pericolosità o prenda mai dei provvedimenti per difendersi dai suoi possibili attacchi.
E' evidente come l'inevitabile punizione per il personaggio sia riservata all'episodio finale della serie, ma con tutto quello che bolle in pentola: il pericolo che corre il piccolo Joseph, il protetto di Moore, la resa dei conti con Connor, il ritorno del dottore sul campo e la conclusione della caccia all'uomo da parte del nostro peculiare gruppo di investigatori, ci domandiamo come vi sarà lo spazio necessario per risolvere tutto ciò che è stato lasciato in sospeso e siamo tormentati dal sospetto che l'episodio finale sarà così ricco di accadimenti da non poter essere un degno finale per The Alienist.
Il finale di serie, intitolato Castle in the Sky, andrà in onda negli Stati Uniti, lunedì 26 marzo su TNT.