The Alienist 1×06 “Ascension”: la recensione

La nostra recensione del sesto episodio di The Alienist intitolato Ascension

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Spoiler Alert
In Ascension, sesto episodio di The Alienist, il Team Kreizler si mette seriamente al lavoro e sulle tracce dell'assassino, trasformando la puntata quasi in un moderno poliziesco con tanto di appostamenti notturni e scene d'azione, seguite da sorprendenti (?) rivelazioni finali.

A quanto pare, infatti, Willem Van Bergen non è l'assassino che tutti cercavano: il rampollo della nobile famiglia, sul punto di essere spedito all'estero dai genitori per evitare lo scandalo di un possibile arresto, sfugge al controllo della madre e viene ucciso dall'ex capitano Connor finendo per essere escluso dalla breve lista dei sospettati.
Ma d'altronde il nostro misterioso alienista aveva già messo in guardia il commissario Roosevelt dal possibile errore, secondo le sue valutazioni, il vero omicida sarebbe infatti qualcuno che proviene dallo stesso ambiente delle sue vittime, un uomo che ha probabilmente subito a sua volta delle violenze in giovane età e che, in un modo del tutto distorto, uccide per risparmiare a questi giovani ragazzi le sue stesse sofferenze.
Il profilo creato dal dottore, convince Roosevelt e gli altri della necessità di attrarre in qualche modo l'attenzione del killer, approfittando dell'imminente festività dell'Ascensione ed usando il giovane Stevie come esca per riuscire a catturarlo. Il piano, inutile dirlo, non va affatto come il gruppo aveva sperato perché il killer non colpirà in occasione dell'Ascensione, ma della festività successiva, la Pentecoste uccidendo una nuova vittima, nonostante il gruppo si fosse preparato al suo arrivo anche in quella occasione.
Non è chiaro, a questo proposito, il perché l'assassino prenda comunque di mira l'esca di Laszlo. Se - come sembra - sente Stevie parlare con un amico mentre gli dice di lavorare per la polizia, non si capirebbe il perché, in occasione del secondo attacco, avrebbe dovuto comunque avvicinarlo rischiando di farsi catturare.

Tralasciando questo piccolo impasse, questa puntata più delle altre, ci ha dato la sensazione che la serie stia azzardando un approccio forse troppo moderno all'idea di indagine criminale: un conto è sentire i protagonisti parlare di impronte digitali, un altro è ascoltare il dottore nominare gli assassini multipli, così come fa in carrozza assieme a Sara che, peraltro, cita persino Jack lo Squartatore.
La questione qui non è tanto che al tempo non si avesse contezza dell'esistenza di criminali in grado di uccidere più vittime, quanto il fatto che siamo ben lontani dal parlare di serialità di un crimine, cosa che invece il dottore sembra fare con eccessiva nonchalance. Di assassini seriali (come Mindhunter ci insegna) si cominciò a parlare solo intorno alla fine degli anni Cinquanta, inizio anni Sessanta, ma fino a quel momento questi criminali non erano stati affatto tipizzati, di conseguenza, ritrovarsi con un alienista che precorre i tempi fino a questo punto, intuendo persino l'esistenza di una connessione causa-effetto tra killer e vittime, per quanto narrativamente affascinante, non può essere considerata altro che una licenza poetica decisamente non realistica.

Questo particolare episodio è una continua collisione tra antico e moderno, da analisi eccessivamente attuali del crimine, si passa infatti, per esempio, ad uno dei fratelli Isaacson che esclude Sara e Laszlo dal piano di appostamento, la prima perché considerata parte del "sesso debole" ed il secondo perché invalido, per sfiorare poi concetti purtroppo ancora immutati nel tempo come quello del progresso che fagocita ogni traccia di umanità.
La scena in cui Kreizler si sofferma a guardare tre bambini vestititi di stracci, buttati all'angolo di una strada a dormire, decidendo poi di proseguire oltre, per poi passare all'ambientazione successiva di un sontuoso ricevimento organizzato in favore dei bambini maltrattati, è un richiamo molto contemporaneo di ciò in cui si è trasformata la nostra società, disposta a gesti plateali, purché visibili a tutto il mondo, ma impietosa nell'intimità.

Persino i rapporti umani tra i protagonisti, in un certo senso, rispondono a questa regola.
Come avevamo già accennato in precedenza, parlando proprio del dottor Kreizler e di Sara, i due, in Ascension, sembrano più vicini che mai: con la stessa indiscrezione con cui Laszlo aveva cercato di forzare sia John Moore che Sara a parlare delle loro esperienze per riuscire a capire meglio le motivazioni dell'assassino, la signorina Howard si trasforma in un'impietosa indagatrice pressandolo a rivelare la verità sul vero motivo per cui il suo braccio sia nelle condizioni in cui si trova, fin tanto da provocare una reazione piuttosto sconvolgente nell'uomo, che finirà per schiaffeggiarla.
Poiché l'acceso scontro avviene nel mezzo delle operazioni di appostamento, il tutto finisce un po' nel nulla, anche se contiamo che l'argomento dell'incresciosa reazione di lui venga prima o poi affrontata in uno dei successivi episodi, ma se vi era qualcuno che pensava che tra caratteri così simili potesse esserci davvero un feeling romantico dovrebbe ormai essersi ricreduto. Sara è umanamente ed intellettualmente incuriosita da Laszlo, in quanto studioso e uomo di una certa posizione che non la tratta con sufficienza ed alterigia, ma i due probabilmente si distruggerebbero a vicenda se finissero per avere una relazione romantica, per non parlare del fatto che - nonostante si finga disinteressata - il fatto che John Moore abbia smesso di bere solo dopo lei glielo ha esplicitamente chiesto, non è sicuramente passato inosservato agli occhi della giovane ed acuta detective.

Infine, in una nota del tutto italica che certamente gli amici oltreoceano non possono aver colto, rendiamo omaggio alla scena in cui la nonna di John Moore torna a casa dall'asta di beneficenza in favore dei bambini maltrattati con un tapiro d'oro come premio. Sì, avete letto bene. Un tapiro d'oro.

https://www.youtube.com/watch?v=uuzfGMkKaYs

The Alienist va in onda negli Stati Uniti ogni lunedì su TNT.

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