The Alienist 1x02 "A Fruitful Partnership": la recensione

La nostra recensione del secondo episodio di The Alienist intitolato A Fruitful Partnership

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Spoiler Alert
A Fruitful Partnership è quello che comunemente si potrebbe definire un episodio filler, ma essendo The Alienist il genere di serie ricercata che è, possiamo sicuramente concordare sul fatto che gli autori abbiano portato questa definizione ad un nuovo livello.

Dove, nella prima puntata, ci sono stati presentati i protagonisti e sono state gettate le fondamenta dell'indagine di cui si occuperanno alla caccia di un feroce serial killer che prende di mira giovani travestiti che si danno alla prostituzione, in questo secondo episodio il tempo sembra quasi cristallizzarsi, per dare il tempo necessario agli spettatori di approfondire la conoscenza con la squadra formata dal dottor Laszlo Kreizler. Perché, se c'è una cosa evidente e ribadita anche in questo episodio, è che la corruzione dilagante nel corpo di polizia ed il loro disinteresse nei confronti di vittime ritenute tanto indegne, non solo non li porterà ad occuparsi del caso di Giorgio Santorelli, ma li vedrà addirittura porsi come ostacolo tra il dottore e la verità.

Sullo sfondo la stessa New York nebbiosa e inquietante del pilot in cui, se possibile, viene ulteriormente esaltata la differenza tra gli stili di vita dei ricchi e dei poveri, per lo più immigrati, costretti ad arrabattarsi in un mondo estremamente crudele del quale conoscono appena la lingua ed ancora meno le abitudini. La regia usa con una certa sapienza la luce per esaltare queste disparità, da scene sontuose girate all'opera, mentre le famiglie della New York bene godono di ciò che di meglio la città può offrire loro, tra rinfreschi e fastosi abiti, ai vicoli bui delle zone più povere della città, tra odori fastidiosamente forti, vite allo sbando e locali loschi e pericolosi che con la loro offerta di adolescenti prostituti, messi a disposizione della clientela come carne da macello, attraggono proprio quello stesso mondo che si pregia di rappresentare il lato evoluto della società.

La mosca bianca, l'uomo che evidentemente non è disposto a giocare con le regole dettate da questa società, è proprio il dottor Laszlo Kreizler.
Ancora non ci è dato sapere il motivo per cui il medico abbia deciso di dedicare la propria vita ai meno fortunati e, nello specifico, ai bambini, ma capiamo tuttavia che è disposto a servirsi di qualsiasi mezzo per ottenere il suo scopo, compreso coinvolgere nelle sue indagini il personaggio di Sara Howard, la segretaria del commissario Roosevelt, nella posizione migliore per potergli fornire quelle informazioni che il capo della polizia gli sta negando.
E se questo secondo episodio non ci fornisce nuovi indizi sulle motivazioni di Laszlo, ci aiuta però a conoscere meglio proprio il personaggio di Sara, il suo sincero desiderio di conoscere la verità e il coraggio con cui è disposta a mettere a repentaglio la propria salvaguardia (soprattutto con il pericoloso capitano Connor che già sospetta di lei), pur di fornire al dottore le informazioni che cerca.
Come Kreizler, anche Sara è una donna decisamente moderna e progressista per i tempi in cui vive, di lei veniamo a sapere da John Moore, che la conosce da diverso tempo, che ha una tragica storia alle spalle, avendo perso i genitori in giovanissima età e forse è proprio per questa ragione che la giovane donna si dimostra così sensibile al caso che coinvolge vittime tanto sfortunate.
In una delle scene più interessanti dell'episodio, Laszlo riunisce sotto lo stesso tetto le menti elette che ha deciso lo aiuteranno nelle indagini sull'omicidio del giovane Giorgio e l'interazione tra loro è veramente particolare, considerato il periodo storico in cui ci troviamo.
Sara, i fratelli Marcus e Lucius Isaacson, John Moore e, appunto il dottore stesso, parlano per esempio dell'uso delle impronte digitali come fosse un tema normale di cui discorrere durante un pasto, ma la verità è che è un soggetto quasi fantascientifico per quel periodo, soprattutto se si considera che il primo europeo a riconoscerne l'utilità e l'unicità fu William James Herschel, un assistente legale della Compagnia delle Indie Orientali che cominciò ad usarle durante la sua permanenza nel Bengala, facendole apporre sui contratti ai nativi indiani analfabeti al posto delle firme. Tornato in patria, nel 1880, Herschel pubblicò un articolo in proposito sulla rivista Nature che attrasse l'attenzione della comunità scientifica. Ma per parlare di impronte digitali ai fini dell'identificazione di un criminale si dovette attendere 1892, quando in Argentina la ventisettenne Francisca Rojas, grazie ad un'impronta insanguinata, fu condannata per l'assassinio dei suoi due figli, capirete quindi come assistere alla conversazione tra menti tanto geniali e particolari possa essere visto come vedere nascere la criminologia stessa.

Sull'onda di quello spartiacque al quale facevamo cenno all'inizio della recensione tra i ricchi ed i poveri, un'altra scena di grande impatto è quella finale, in cui John Moore - in parte provocato dalle parole di Laszlo - entra nel bordello in cui Giorgio lavorava per cercare informazioni sul ragazzo. E' una scena davvero angosciante, soprattutto perché, per la prima volta, veniamo faccia a faccia con il degrado umano ed il livello di sfruttamento di giovani vittime da parte di uomini senza scrupoli, che portano avanti una fiorente attività di prostituzione minorile con il colpevole supporto di molti rappresentanti del corpo di polizia, nello specifico del capitano Connor, motivo per cui - tra l'altro - gli omicidi di tante giovani vittime sono stati fino ad ora insabbiati.

The Alienist va in onda negli Stati Uniti ogni lunedì su TNT

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