The Afterparty 1x06 “Zoe”: la recensione

Dopo cinque episodi focalizzati sui rapporti tra i vari personaggi, The Afterparty decide di continuare su questa strada sicura

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Spoiler Alert
La recensione del sesto episodio della prima stagione di The Afterparty, intitolato "Zoe"

Dopo il giro di boa della scorsa settimana, ci avviciniamo rapidamente al finale di stagione di The Afterparty: la nuova serie ideata da Christopher Miller è arrivata al sesto episodio (di otto), intitolato Zoe, e finalmente le prime risposte cominciano a venire a galla. Risposte semplici, ma che servono per fare chiarezza su alcuni punti oscuri della storia.

Ma di che storia stiamo parlando?

La trama dell'episodio di The Afterparty intitolato "Zoe"

Per chi non avesse visto The Afterparty, vi basti sapere che la trama narra le vicende di un gruppo di amici che, dopo una reunion del liceo, vengono indagati per la morte di un loro amico. La Detective Danner (Tiffany Haddish) raggiunge quindi la villa nella quale si è svolto l’omicidio e interroga ognuno dei presenti. Presenti che raccontano la propria versione della storia attraverso un “film mentale” appartenente a un genere narrativo sempre differente. Nelle prime puntate abbiamo visto una commedia romantica, un film d’azione, un musical, un thriller in stile Scream e una commedia americana in stile American Pie.

Si tratta di un’idea semplicemente geniale, che gioca non solo con la sceneggiatura, ma anche con il registro stilistico. Nella puntata distribuita ieri troviamo Zoe (Zoë Chao), decisa a raccontare alla polizia il proprio astio nei confronti del defunto Xavier (Dave Franco). Miller, che in questo episodio si riunisce alla scrittura con il collega Phil Lord e con Rachel Smith, opta in questo caso per il film d’animazione 2D, sorprendendo tutti per l’ennesima volta. 

Lo stile scelto per l'episodio

Attraverso uno stile visivo completamente folle, scopriamo quindi che dentro Zoe si nascondono diverse personalità. Abbiamo la Zoe buona, quella un po’ matta con la voglia di far festa, quella del tutto psicopatica e la madre iperprotettiva. Mentre ripercorriamo la storia nei panni di questa “idra a più teste”, non scopriamo nulla di nuovo sull’omicidio di Xavier. L’unica aggiunta alla trama orizzontale è data da un’informazione inerente Jennifer #2 che viene sganciata tra un flashback e l’altro. Ancora una volta è il presente a interessarci di più, lasciandoci un po’ più freddi all’ennesima revisione del racconto sul passato.

Sia chiaro, l’idea rimane geniale e la messa in scena ottima, ma giunti alla sesta puntata si sente il sapore di mero esercizio di stile, piuttosto che di un racconto vero e proprio. La trama procede (troppo) lentamente e se non fosse per il cast di personaggi probabilmente avremmo lentamente perso interesse. Un plauso ad Aniq (Sam Richardson) e a Yasper (Ben Schwartz), che dimostrano per l’ennesima volta una chimica potente in scena. Questi due personaggi, che spesso trasmettono la sensazione di essere quasi i protagonisti della vicenda, riescono però a ritagliarsi poco spazio all’interno dell’episodio. Questo a causa di un minutaggio effettivamente ridotto, che impedisce lo sviluppo di troppi avvenimenti.

The Afterparty intrattiene, diverte e appassiona, a patto di essersi fatti coinvolgere dal cast di attori. Se siete alla ricerca di un giallo più classico, dove gli avvenimenti si evolvono in continuazione, forse non si tratta dello show più adatto a voi. Mancano solo due episodi al gran finale e ci auguriamo che la serie possa effettuare un nuovo colpo di coda narrativo, in modo da riportare la nostra attenzione sull’omicidio e non sui rapporti tra i vari indagati.

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