Sembra trascorso molto tempo dall'ultima volta che abbiamo avuto a che fare con i protagonisti di
The Affair. Forse perché un po' è vero. La terza, e tutt'altro che entusiasmante, stagione era terminata nel gennaio del 2017, lasciandoci con più di una perplessità sull'esigenza di continuare a raccontare la storia di
Noah e degli altri personaggi. Questo anno e mezzo di separazione ha fatto bene alla serie, che nella première della quarta stagione mette chiaramente in vista l'intenzione di rinnovarsi, ripartire, e di farlo appoggiandosi al linguaggio degli esordi. Dopo un'ora a contatto con alcuni dei personaggi della serie, possiamo dire che il primo passo è fortunato. The Affair deve ancora convincerci del tutto, ma la direzione imboccata è quella giusta.
Il prologo, che non avrà alcun seguito nel resto della puntata, vede Noah e Cole preoccupati per la scomparsa di Alison. C'è un chiaro intento di costruire in prospettiva un mistero che andrà ricostruito alla rovescia, raccontando tutto il percorso che ha portato a quella conseguenza. Sul mistero in sé non si può dire molto, dato che per prima la serie non aggiunge nulla al fatto in sé. Ripartiamo allora sei settimane prima dell'accaduto, con il racconto specchiato – nel classico stile della serie – delle vite di Noah e Helen. Li ritroviamo entrambi a Los Angeles, a condividere un precario equilibrio familiare.
Gli elementi salienti del segmento di Noah vedono il personaggio tornare ad insegnare, e avere alcune difficoltà a relazionarsi con gli studenti. In particolare emergono le difficoltà e lo spaesamento di Noah con le nuove tecnologie, difficoltà che però non ci sembrano adattarsi bene al personaggio. E c'è poi uno studente, di nome Anton, classico soggetto difficile che in realtà nasconde un profondo talento. Nulla di originale, ma The Affair in questo primo segmento della stagione riesce a farci rientrare bene negli scomodi panni di Noah. Lo fa con il classico stile che prevede di raccontare le stesse situazioni da due angolazioni diverse. Ancora una volta, come in passato, ognuno di noi ricostruisce i propri ricordi e le proprie esperienze a proprio vantaggio.
Ecco quindi che Helen viene presentata come un personaggio malefico, che allontana in tutti i modi Noah dai figli, che opprime il figlio Trevor cercando di estorcergli una confidenza sulla sua identità sessuale. Nella seconda parte la puntata ritorna sulle stesse situazioni, e chiaramente tutto appare diverso. Un elemento su tutti, la disposizione del tavolo al ristorante messicano. Nel primo caso Noah vede una situazione in cui lui è chiaramente l'ospite fuori posto, nel secondo caso la sedia drammaticamente vuota in cui dovrebbe trovarsi contrasta con lo sguardo apprensivo di Helen, che cerca di ascoltare le parole del figlio. Proseguiamo quindi appoggiandoci al punto di vista di Helen.
La sua vita è tutt'altro che soddisfacente (ma quale vita lo è mai?). Condannandosi a reiterare gli stessi sbagli e le stesse considerazioni, i protagonisti di The Affair esistono solo nello spazio loro concesso da rimpianti e recriminazioni. Helen – che diciamocelo, avrebbe tutto per essere felice – teme un terremoto più simbolico che letterale che potrebbe arrivare. Soffre una generica insoddisfazione, teme Noah, odia la suocera, sorride forzatamente ad una vicina di casa (interpretata da
Emily Browning). Tutto si somma, accumulando spunti da più punti critici, finché poi la crisi, quando arriva, colpisce in modo del tutto randomico, lasciando Helen a soccorrere Vik sul pavimento di casa.