The Affair 3x06 "306": la recensione
The Affair ritorna con il sesto episodio della terza stagione: la recensione
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Ad esempio è il caso di Helen. Che fosse stravolta ancora dopo molto tempo dal senso di colpa era chiaro. Lo si vedeva nei suoi ripetuti tentativi di instaurare un dialogo con Noah, forse riprendere un discorso interrotto anni prima. Eppure è solo di fronte alle ripetute e violentissime accuse della cognata che ci arriva con forza vivida lo strazio che si porta dentro. Funziona l'idea di questo personaggio che non ha equilibrio, spiazzato dalla rinnovata felicità dei propri genitori, incapace di tenere le redini di figli e figlie per i quali non si sente più un punto di riferimento (di solito è Whitney, qui è Martin).
Un segmento per certi versi simile a quello di Helen, benché più liberatorio e, anche per questo, positivo. Non che le cose vadano meglio per lo scrittore, anzi. Il confronto con Juliette (cerchiamo ancora di capire che senso ha avuto il segmento dedicato a lei) non funziona per entrambi. E quindi anche per Noah si tratta di fare un passo indietro, tornare al proprio passato, ad un luogo lontano dalle pressioni degli ultimi anni, ma che custodisce un trauma centrale nella sua vita. Qui, Noah incontra Martin e, in una scena riuscita e d'impatto, rievoca nel rapporto con il figlio la relazione turbolenta con i genitori, tra gesti violenti e parole non dette. Il dolore in qualche modo viene esorcizzato con la parola, ed è piuttosto familiare per The Affair questa idea dell'angoscia, del soffocamento che cresce nel silenzio e che viene, nel bene o nel male, razionalizzata dal confronto. Quando questo arriva.