The Affair 3x05 "305": la recensione

Noah e Alison sono i protagonisti del quinto episodio della terza stagione di The Affair

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Spoiler Alert
Circa due stagioni fa, più o meno nello stesso momento, The Affair abbracciava del tutto la propria storia accompagnandoci attraverso una giornata trascorsa insieme da Alison e Noah. Tanti anni dopo, nella realtà e nella finzione della storia, si ripercorre quella strada, ma molto è cambiato. Sono cambiate le esperienze, non c'è più quel desiderio da soddisfare e la trappola dei traumi passati è qualcosa di condiviso. Certo, non mancano i segreti e le rivelazioni (dopo tanto tempo!), ma tutto riporta i coniugi, ormai ex, a una maturità maggiore, a nuove destinazioni. Per Alison, la figlia, per Noah, una serenità ancora senza nome, ma che lo porta a fuggire da fantasmi e allucinazioni del suo passato.

In generale è un The Affair molto più sbilanciato e squilibrato del solito. Si lavora su un eterno inizio che poggia su ciò che conosciamo, che percorre molte strade ma in fondo non ha molto da dire. Noah e Alison interagiscono l'uno nel punto di vista dell'altro, non alternativi stavolta ma consequenziali. Non ci saranno particolari contraddizioni, anzi questo è un episodio che rinuncia ad aprire a nuove situazioni chiudendone altre. Ancora un rapporto tra i due, ma sembra l'ultimo, quello del saluto definitivo, di fronte alla necessità di Alison di concentrarsi sul recupero della figlia.

Abbiamo anche la conferma delle allucinazioni di Noah sul poliziotto Gunther, quantomeno fuori dal carcere. Quindi, quali sviluppi per questa storyline? C'è un momento, che come al solito nasconde più di un'area grigia nei comportamenti dei protagonisti, in cui viene esplorato il passato di Noah, raccontando un trauma legato alla scomparsa della madre, che peraltro si ricollega a un dialogo con Nina. Una confessione che vive dentro i personaggi e tra di loro, lavorando implicitamente sulle differenze nei loro rapporti, meno superficiali e carnali.

Dopo tre stagioni The Affair ha maturato una certa affezione degli spettatori verso i suoi protagonisti. E considerato quanto questi possono essere insopportabili alle volte, è dire tanto. Eppure questa terza stagione manca di profondità e, a voler dirla tutta, forse di significato. Siamo praticamente a metà percorso e, in questo generatore di conflitti perpetui, fatichiamo a vedere ormai un disegno unitario.

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