The Affair 2x10 "210": la recensione
A due episodi dalla fine della stagione, seguiamo i punti di vista di Noah e Alison
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Noah in seduta con una psicoterapeuta, interpretata da Cynthia Nixon (Sex & the City), che ci viene raccontata "in diretta" e che traccia un bilancio della vita e della personalità del protagonista. Noah come al solito rimane il personaggio con cui è più difficile empatizzare. Non è cattivo, è solo debole, e dalla sua questa volta ha almeno la consapevolezza dei propri difetti, un elemento che in passato ha rinnegato più volte. Lo vediamo ammettere i tradimenti voluti e quelli non avuti per scelta di altre, lo vediamo cercare una spiegazione – per quanto irrazionale – alle sue debolezze. Qualcosa a cui in effetti fino ad ora non avevamo pensato. Il successo come scrittore, l'ispirazione, il riconoscimento sono giunti dopo e a causa del tradimento, e Noah ha finito per accostare questa vita sregolata al suo successo.
E di rimpianti è fatta anche la storia di Alison. C'è tantissimo contrasto fra il suo stato d'animo inquieto, insoddisfatto, timoroso, e il volto sereno e sorridente di Cole, che finalmente con la fidanzata sembra aver trovato un rifugio sicuro per il suo dolore. Sinceramente è maggiore la nostra felicità per Cole che il nostro dispiacere per Alison. Questa stagione, tra le altre cose, ha sancito nettamente la maggiore maturità dei partner "abbandonati" rispetto agli altri due. Cole e, per quanto ne sappiamo anche dall'episodio, Helen si meritano la loro felicità, sono riusciti ad andare avanti. Non è così per Noah e, appunto, per Alison, che a questo giro ha uno spiacevole incontro con Scott che, al di là delle sue insistenze per l'acquisto del Lobster Roll, sembra notare immediatamente una somiglianza tra il bambino e Cole.