The Affair 2x08 "208": la recensione

Ancora Noah e Helen al centro dell'ultimo episodio di The Affair, sempre più legato con il presente

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Spoiler Alert
Qualcosa è cambiato nel corso della seconda stagione di The Affair. Così gradualmente da non rendercene conto, ci siamo ritrovati nel mezzo di una storia che sempre più vive in funzione del futuro, piuttosto che del presente. Sembra ieri che eravamo con Noah e Alison a cercare di capire come la coppia che aveva affittato loro la casa avrebbe influenzato la loro esistenza. Ora, all'improvviso, sono passati dei mesi, Noah ha finito il suo romanzo e lo sta promuovendo con un certo successo, Alison è incinta e il rapporto con Helen si è evoluto verso una serena tregua per il bene dei figli. E allora perché nulla sembra andare per il verso giusto?

Perché noi possiamo vedere al di là dei rapporti di facciata, come al solito abbiamo una visione privilegiata e personale su quello che accade, e stavolta vuol dire qualcosa di diverso. Solitamente i POV servono a scagionare i protagonisti, a farci empatizzare con loro, a farci provare compassione, e invece stavolta è il contrario. Di fronte a se stesso Noah è più sincero, più meschino, impulsivo, anche traditore ed egoista. Che è la probabilmente la visione più vicina alla realtà del personaggio, che magari non sarà un assassino, nonostante tutti gli indizi sulla paternità del figlio di Alison, che potrebbe invece essere di Scott (qualcosa che non abbiamo visto e che non sapremmo come giustificare, eventualmente potrebbe essere di Cole), ma che fa di tutto per farsi odiare.

Poi c'è Helen, a cui spetta il primo arco della puntata, che deve sopportare la solita immaturità di Whitney – anche se tra nonni e genitori non è una sorpresa che sia cresciuta in questo modo – e un incontro a sorpresa con Noah. In realtà c'è molta più complicità e serenità di quanto ci saremmo aspettati. Helen è riuscita veramente ad andare avanti, in particolare da quando ha tagliato i ponti con i suoi, e con le pratiche per il divorzio alle spalle può addirittura avere un rapporto più disteso con l'ex marito. Questa è la differenza sostanziale tra i due personaggi, quella che tramite la scrittura rende Helen un personaggio positivo e Noah, nonostante tutto, un personaggio irrisolto e negativo.

Helen, nonostante qualche sbandata occasionale, è più matura, è più consapevole di se stessa e delle persone che la circondano. Certo, è una madre indulgente, una donna tradita e una figlia che si è ribellata troppo tardi, ma è venuta a patti con tutto ciò. Noah è un bambino troppo cresciuto, che non vuole il matrimonio e cerca altro, una volta ottenuto questo si stanca e vuole altro ancora, quindi la pubblicazione e la fama che ancora non bastano. La vicenda del piccolo e insignificante recensore che riesce a metterlo in crisi è emblematica.

Dove invece non solo la passione, ma anche la semplice complicità sono crollate è nel rapporto tra Noah e Alison. Che non ha praticamente mai funzionato in questa stagione, che sempre più ha rimarcato l'idea che l'affair fosse qualcosa di strettamente legato alla sua natura proibita, e ci fosse poco altro a tenerlo in piedi. Praticamente Noah contro tutti, Noah che – in maniera anche prevedibile, questa la dice lunga sull'opinione che ormai abbiamo del personaggio – salta addosso all'assistente Eden, e solo la professionalità di quest'ultima impedisce che vadano a letto insieme. The Affair continua a tenerci sulle spine, e da quando l'indagine in corso ha sempre maggiori riferimenti nella storia attuale è migliorato. D'altra parte ci piacerebbe provare maggiore simpatia per i protagonisti, per non parlare di tutta la riflessione sui punti di vista e sulla verità soggettiva della prima stagione che mancano.

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