Quello che potrebbe essere un grande problema di
The Affair, almeno in questa stagione, è la distanza tra gli eventi raccontati e l'obiettivo finale che, se non ci sbagliamo, dovrebbe essere un processo per omicidio e la scoperta della verità sulla morte di Scott. Prendiamo questa puntata ad esempio. Non c'è praticamente nessun legame, nemmeno vago, tra il divorzio di
Noah e Helen e l'udienza preliminare del processo. L'unico elemento, quasi divertente, è la figura di Jon Gottlief, avvocato divorzista dalla parte di Helen che prendeva quasi in giro il romanzo "in divenire" di Noah, e ora suo difensore che utilizza quello stesso libro e la notorietà dell'autore per giustificare il trasferimento del processo. Forse è un problema, forse non lo è, magari allenta la tensione, ma non ci impedisce di goderci il racconto.
Maura Tierney è sempre un piacere da vedere, ma qui il suo personaggio tocca vette di autoumiliazione mai raggiunte prima
La scorsa settimana, anche considerando entrambi i punti di vista, Alison emergeva come protagonista assoluta dell'episodio. Stessa cosa accade questa settimana con Helen. Anche nel segmento di Noah è lei, e il suo crollo emotivo, ad essere il centro e la causa di tutto. Tra l'altro i due spezzoni non si svolgono contemporaneamente, ma per la maggior parte del tempo raccontano una storia continua, in cui alla fine tutti perdono, soprattutto gli odiosi – ma ovviamente rimangono loro le più grandi vittime della situazione– quattro figli della coppia.
Cosa accomuna Helen e Noah in questo episodio? I loro genitori verrebbe da rispondere. Viene fuori la questione della separazione dei genitori di Helen, il crollo anche in risposta alla fine di molte certezze e punti fermi nella propria vita. D'altra parte, anche Noah alla fine dovrà scontrarsi con la propria famiglia. Nuovi volti, quello del padre (Mark Margolis) e della sorella, e in nessuno dei due l'uomo troverà quella complicità e quell'aiuto che forse si aspettava. È molto particolare e riuscito il dialogo con la sorella.
Noah vorrebbe approfittare del momento di incertezza di Helen, addirittura medita di chiedere la custodia esclusiva dei figli, ed è qui che la sorella lo blocca e gli chiede con franchezza se effettivamente avrebbe voglia di vederli per tutto il giorno intorno a lui. Ricordiamoci che stiamo osservando il punto di vista di Noah, magari rivolto a un interlocutore invisibile, magari a se stesso, ma comunque un punto di vista parziale. E quindi è strano che un attacco così negativo, così andato a segno – tanto da spingerlo a portare via i suoi figli senza una meta – ci venga raccontato.
Ma alla fine la protagonista dell'episodio è Helen. Che già nella première aveva dato segni di cedimento e voglia di lasciarsi alle spalle il ruolo di persona responsabile.
Maura Tierney è sempre un piacere da vedere, ma qui il suo personaggio tocca vette di autoumiliazione mai raggiunte prima, ed è faticoso vederla ridotta così. Senza controllo, senza dignità, probabilmente mai così sincera come quando chiede a suo marito perché a lui è permesso sbroccare mentre a lei no. Una persona più impulsiva, ma sicuramente più libera, di quella che all'incontro con il mediatore parlava di responsabilità augurandosi che tutto andasse nel modo più civile possibile.