The Affair 1x01 "1": la recensione

The Affair, la nuova serie Showtime, è un drama dalle venature thriller da non perdere

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Spoiler Alert
Se pensate di seguire una sola nuova proposta della stagione televisiva, fate che sia questa. The Affair parte dal concetto per cui della verità esistono tante versioni quante sono le persone a raccontarla, e su questo costruisce un drama dalle venature thriller. Da un futuro indefinitamente lontano, due versioni dello stesso racconto si incrociano, si sovrappongono, si smentiscono a vicenda, e intanto parlano di tradimento, insofferenza, probabilmente omicidio. Dai creatori di In Treatment una nuova proposta di Showtime: splendida regia, un ottimo cast, una scrittura che gioca con gli stereotipi del genere per raccontare in modo diverso una storia che abbiamo già sentito più volte. Un debutto da promuovere assolutamente.

Noah Solloway (Dominic West) è un insegnante di scuola con un passato da scrittore, un presente da padre di quattro figli e un futuro che semplicemente sembra non esistere. L'obiettivo è già raggiunto, il resto scivola via da sé, tra le provocazioni del figlio ribelle e un po' idiota, le fissazioni di un'adolescente un po' superficiale, una vita – anche sessuale – condizionata a vario livello dalle ingerenze familiari. Un brav'uomo con il quale la storia cerca in tutti i modi di farci empatizzare, tanto che, nel momento in cui appare chiara la sua tentazione nei confronti di una cameriera, da parte sua molto provocante, siamo quasi tentati di giustificarlo. Ma è lui a raccontare questa storia ad un interlocutore che per la maggior parte del tempo rimarrà invisibile. Possiamo fidarci?

Alison Lockhart (Ruth Wilson) è una cameriera di una tavola calda. Vive una condizione di perenne disagio a causa di un trauma personale che verrà rivelato nel corso dell'episodio e che condiziona molto il rapporto con il marito Cole (Joshua Jackson). Questo schema di sofferente routine viene spezzato dall'apparizione di un uomo affascinante, un padre di famiglia che in qualche modo fa scattare qualcosa in lei. C'è fragilità nei gesti e nel vivere della donna, mentre racconta la propria storia. C'è solo un problema, le due versioni raccontate non si integrano bene l'una con l'altra. Piccoli o grandi particolari che cambiano, un atteggiamento diverso, dialoghi diversi. La sostanza rimane uguale, ma cambia il significato. Possiamo fidarci?

È in questa intuizione della struttura della serie che il drama familiare, fondamentalmente già visto in tutte le sue componenti, si arricchisce di un elemento di tensione. Due figure a distanza che, come nel recente True Detective, si confessano ad un'autorità, e a noi, per raccontare la stessa storia. La differenza è che nella serie HBO le due versioni erano complementari, mentre qui sono alternative. Come in Rashomon, ognuno ha una verità da raccontare. Una versione che permette di dipingersi come protagonista e vittima della storia narrata, dove preda e predatore cambiano secondo il punto di vista. Quasi certamente è avvenuto un fatto di sangue, e la relazione extraconiugale ne è un punto centrale.

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Il pilot di The Affair, diviso tra il racconto di Noah e quello di Alison, è inevitabilmente in crescita. La seconda parte, che chiarisce bene la struttura della serie e che ha un'ulteriore chiave di lettura, è più interessante rispetto alla prima, che invece si alimenta solo di qualche sporadico elemento disturbante – due scene in particolare riguardanti i figli – senza andare troppo oltre le classiche situazioni da "crisi di mezza età e tradimento". Invece sono proprio le contraddizioni nella storia a colpire e a gettare un'ombra di dubbio su ogni cosa. Inevitabilmente almeno uno dei due protagonisti sarà sempre in scena e, complice una regia che mette continuamente in luce la soggettività degli avvenimenti (questo funziona soprattutto quando si mostra la stessa scena dal punto di vista di uno e poi dell'altro), finiremo per dubitare di tutto ciò che vediamo.

Solo un esempio: ad un certo punto la suocera di Noah fa un apprezzamento un po' strano nei confronti della nipote, invitandola a perdere ancora peso. A fine episodio ci chiederemo se le parole sono state davvero quelle, o se il padre ha voluto vedere in quello scambio qualcos'altro. Questo continuo dubitare della realtà oggettiva filtrata dal racconto dei protagonisti è l'idea di punta dello show, e su questa si può e si deve giocare per sorprendere lo spettatore. Il quartetto di protagonisti, con i due "altri partner" che promettono un ruolo sempre maggiore, funziona. Ruth Wilson (Luther), con le sue labbra pronunciate da amare/odiare, è la migliore in scena, mentre i fan di The Wire potranno ritrovare Dominic West (anche The Hour) sul piccolo schermo. Ancora poco da dire su Jackson (Dawson's Creek, Fringe) e Maura Tierney (ER).

Mentre Showtime come network a poco a poco sta costruendo un'offerta tra le migliori al momento, i creatori Hagai Levi e Sarah Treem si riconfermano. La prima stagione di The Affair prevede appena dieci episodi, abbastanza da costruire una stagione solida, intensa e sorprendente, che al momento attuale potrebbe intraprendere infinite strade.

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