The Aeronauts, la recensione | Roma 2019
Coraggioso e indomito nei contenuti e molto meno nella forma The Aeronauts riesce comunque a portare sullo schermo la vera avventura in stile Jules Verne
THE AERONAUTS, DI TOM HARPER: LA RECENSIONE
Ci voleva qualcuno come Tom Harper, così bravo a tirare fuori il meglio da ogni attore, per mostrarci per spogliare Eddie Redmayne del suo fastidioso armamentario di mossette e faccette e per mettere sullo schermo la migliore performance mai uscita da Felicity Jones. In La teoria del tutto erano pessimi, qui perfetti. Insieme i due viaggiano in mongolfiera per un’ora e dieci minuti circa, un tempo che il film gonfia interrompendolo con flashback che mostrano come siano arrivati a tentare insieme di superare il limite di altitudine mai raggiunto dall’uomo. Di fatto esplorano l’aria, l’atmosfera e sfidano i confini del conosciuto.
Con tutta la conoscenza di come funzioni un film spettacolare e con i mezzi buoni per realizzare un Interstellar in mongolfiera (del film di Nolan ha anche l’uso del ticchettìo nello score), Harper mette due personaggi molto schematicamente divisi in ragione e sentimento, sapere scientifico e sapere avventuroso, di fronte a un’impresa di cui non sappiamo nulla ma che subito ha il sapore delle avventure da Jules Verne (solo senza il fantastico). Armati di coltello, strumentazione primo novecentesca, corde e teloni viaggiano a 10.000 metri d’altezza raccontando come prima cosa il coraggio e l’ardore, l’eccitazione davanti allo sconosciuto.
Era davvero da tanto tempo che non si provava onesta vertigine di fronte a un fondale digitale, che non si temeva realmente per la vita di un personaggio sospeso a mezz’aria e che non si rimaneva sbigottiti per un film in gran parte girato di fronte a un greenscreen. The Aeronauts riesce a fare tutto ciò. Con ben poca raffinatezza e rimboccandosi le maniche, confeziona un film spettacolare nel senso circense del termine e alla fine poco importa che riempia gli occhi di una color correction grossolana, l’avventura in capo al cielo di due esseri umani con il coltello tra i denti e il vento in faccia ha l’afflato d’altri tempi delle gesta del capitano Nemo o del viaggio al centro della Terra.