The Acolyte - La seguace 1x04, la recensione

Con il quarto episodio di The Acolyte si gioca finalmente a carte più scoperte: la trama è pronta a farsi di più ampio respiro...

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La recensione del quarto episodio di The Acolyte – La Seguace, disponibile su Disney+ da mercoledì 19 giugno 2024.

Giunti al quarto episodio e a metà della serie, The Acolyte decide di fare sul serio mettendo sul piatto un episodio dove lo ‘status quo’ della serie (ammesso che esistesse) subisce un discreto scossone. Nel gergo televisivo li chiamano game changer, gli episodi dove capita qualcosa di cruciale e spesso imprevisto che riscrive la struttura e le prospettive della serie. Non sappiamo se questo quarto episodio possa essere considerato un game changer, anche perché trattandosi di una storia che ci viene rivelata molto gradualmente, è ancora presto per capire quale sia il “game” da cambiare, ma di certo con questo quarto episodio vari nodi vengono al pettine e la serie si prepara a cambiare pelle.

Punto di Svolta

Avevamo parlato di come gli episodi 1 e 2 avessero tentato di far ‘prendere velocità’ alla storia, ma di come il terzo, dedicato al pur necessario flashback, avesse messo temporaneamente in stasi lo slancio accumulato. Questo quarto episodio cerca di recuperare quello slancio, e le cose effettivamente iniziano a svilupparsi con maggiore velocità. Idem dicasi anche per motivazioni, caratteri e rapporti dei personaggi che iniziano a consolidarsi e a esplicitarsi. È l’ora dei faccia a faccia, tra Sol (che continua a essere il cuore della storia e il personaggio-simbolo dell’epoca narrata) e la sua ex-discepola, ma anche delle due sorelle, che si ritrovano fugacemente dopo la tragica separazione del passato mostrataci nell’episodio precedente. Che si tratti di conflitti, di chiarimenti o di ripensamenti, molti dei personaggi principali fanno vari passi importanti sul loro percorso narrativo.

Sul fronte dei personaggi secondari guadagna più spazio, ma c’è ancora da lavorare, il personaggio di Quimir, l’ex contrabbandiere interpretato da Manny Jacinto. Ha dalla sua una buona interpretazione della classica canaglia interessata al tornaconto personale e poco avvezza ai dilemmi morali di qualsiasi tipo a cui Star Wars ci ha abituato, e funge da contraltare funzionale per dare voce ai pensieri e ai dubbi di Mae. È inoltre un ottimo esempio di come in epoca di Alta Repubblica sia molto più facile e frequente che le storie di fruitori della Forza e di “gente comune” si intreccino tra loro frequentemente e serratamente. Resta però un personaggio tratteggiato a metà: sappiamo ancora poco o nulla su cosa lo spinga a seguire, almeno con parziale convinzione, le vie nientemeno di un potenziale Maestro Sith, e la sensazione fino ad ora è che il suo ruolo si esaurisca appunto nel fare da cassa di risonanza a Mae, ma che di suo abbia poco da dire. Restiamo in attesa di ulteriori sviluppi.

Altri Colpi di Scena

Cambiano le cose anche sul fronte di Mae: finora nella facciata della discepola oscura non si erano intraviste crepe rilevanti e la ragazza sembrava votata fino in fondo alla sua missione di distruzione dei quattro maestri e all’obbedienza al suo misterioso mentore oscuro. Sulla via che la porta al rifugio di Kelnacca, tuttavia le cose cambiano, e a riprova del fatto che il destino di nessuna delle due gemelle è ancora scritto, Mae sembra intenzionata a compiere una brusca inversione a U e a consegnarsi al cavalierato, usando ciò che conosce sul suo sinistro maestro come merce di scambio per una qualche forma di indulgenza.

Non tutti i colpi di scena rendono come dovrebbero: come già Indara prima di lui, anche Kelnacca esce di scena troppo bruscamente: anzi, potremmo dire che non ci è mai entrato, dato che il suo destino si compie addirittura fuori scena, e quando il gruppo converge sul suo rifugio, lo trova già senza vita. Un peccato, perché era forse il più intrigante dei Maestri e i piccoli ‘antipasti’ che ci avevano offerto su di lui negli episodi precedenti sembravano voler ‘costruire’ un personaggio di un certo rilievo. Dobbiamo invece rassegnarci all’idea che il quartetto di Maestri, con la sola eccezione di Sol, fosse poco più di una serie di checkpoint sul percorso di Mae, Sol e Osha. C’è sempre la speranza di qualche addenda in flashback, ma le tre dipartite a cui abbiamo assistito finora, quelle di Indara, Torbin e Kelnacca, potevano essere un’occasione per farci conoscere e apprezzare un po’ meglio i maestri in questione. Per ora, questa è un’occasione parzialmente sprecata.

Il Nemico Rivelato?

La mossa che scombina tutte le carte arriva però negli ultimi minuti dell’episodio. La scoperta del corpo di Kelnacca è solo il preludio all’intervento del maestro oscuro di Mae in persona, che forse subodorando le esitazioni dell’accolita, ha deciso di intervenire per completare l’opera da solo e si prepara a fronteggiare l’intera squadra di Cavalieri Jedi presenti sul posto.

Questo, come si suol dire, è calare l’asso di briscola in più di un senso. Perché tutto lasciava credere che il grosso della storia di The Acolyte sarebbe stato occupato dalla progressiva indagine e scoperta della trama messa in atto da Mae e dal suo mentore, per arrivare a un faccia a faccia nella fase finale. Se tutto questo si compie giunti al giro di boa della serie, esattamente alla fine del quarto episodio… il resto della serie torna ad essere tutto da scoprire. Abbiamo uno scontro diretto tra il maestro oscuro e i Jedi da risolvere che solleva vari interrogativi: dopo lo scontro in questione (ammesso che non muoiano tutti, ma speriamo di no!) come coniugare una minaccia ormai rivelata e di grave portata senza destare sospetti sul ritorno dei Sith, che come sappiamo ricominceranno ad affiorare solo in occasione di Episodio I? E soprattutto: ora che si gioca a carte più scoperte e che la “caccia ai maestri colpevoli” si è conclusa, su cosa sarà incentrata la seconda metà della serie? C’è la speranza che la trama si faccia ora di più ampio respiro e che ci si addentri in una seconda metà della storia dove la portata della trama dell’Oscuro e dell’inizio del degrado dei Jedi giunga alle dimensioni e all’intensità che ci erano state promesse. Il cammino è stato un po’ tortuoso, a volte intrigante, altre volte un po’ dissestato, ma la tappa di metà percorso a cui arriviamo ora è un interessante preludio a una seconda metà della storia decisamente tutta da scoprire.

Trovate tutte le informazioni su The Acolyte – La seguace nella scheda.

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