The Acolyte 1x07 – La Recensione

A un passo dal finale di stagione, il settimo episodio di The Acolyte propone un nuovo lungo flashback

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La recensione del settimo episodio di The Acolyte – La Seguace, disponibile su Disney+ da mercoledì 10 luglio 2024.

Era atteso (anzi, da un certo punto di vista, perfino ‘in ritardo’) il secondo flashback che avrebbe spiegato definitivamente (?) le vicende di Brendok che hanno instradato le gemelle Osha e Mae sulle loro rispettive strade. È arrivato, in preparazione del finale di stagione, e molti dei pezzi mancanti vanno finalmente al loro posto, anche se ancora qualche ombra di dubbio persiste. Entriamo nel dettaglio.

Le Colpe del Passato

Sul piatto dei pro ci sono pochi dubbi: questa è la puntata dei “quattro Jedi” del passato. Ognuno emerge finalmente come personaggio completo, fallibilissimo, ma allo stesso tempo molto umano. Veniamo ampiamente compensati della “perdita” di Indara nella scena iniziale, potendo apprezzare Carrie-Ann Moss in tutto il suo carisma e la sua saggezza. Abbiamo anche l’occasione di vedere Kelnacca in combattimento, cosa di cui ci eravamo sentiti “defraudati” nel quinto episodio, e anche in questo caso la scena non delude, offrendoci un inedito misto tra potenza Jedi e furia Wookiee. C’è l’influsso delle streghe, ma ben si combina al pozzo di furia ancestrale che alberga in molti Wookiee. E se Torbin forse appare un po’ eccessivo nella sua irruenza di risolvere la situazione per tornare a casa (va bene, è un Padawan, ma la perdita di controllo è forse un po’ repentina) il cerchio si completa su Sol, di cui si manifestano sia le colpe indiscutibili (sua è la mano che sopprime la vita di Madre Aniseya) sia il desiderio irreprimibile di adottare Osha come Padawan. Il quadro dei “Quattro di Brendok” ora è completo e ci regala quattro figure interessanti, tragiche e sfaccettate. Forse a riprova che abbiamo disimparato a lasciare alla narrazione i suoi tempi aspettandoci “tutto e subito” anziché rivelazioni e scoperte graduali.

I Tasselli Ancora Mancanti

C’è qualcosa da mettere anche sul piatto dei contro. Per prima cosa, nemmeno questo episodio finisce di fare luce completamente sulle vicende di Brendok. O almeno un po’ più di chiarezza su certi elementi sarebbe stata utile. Poco chiara è la meccanica che porta allo sterminio di tutta la congrega delle streghe. Avviene perché Indara spezza il loro legame mentale con il Wookiee? O la Maestra Jedi fa un intervento più drastico? Avevamo visto giusto ipotizzando, nel primo flashback, che non fossero morte a causa dell’incendio, ma al secondo passaggio sarebbe servita maggiore chiarezza. Resta anche un ulteriore filo in sospeso, quello di Madre Koril, fuggita in forma eterea prima che la strage avesse inizio, e quindi probabilmente ancora in circolazione e in cerca di vendetta. Forse è lei la responsabile del salvataggio di Mae, che anche stavolta lasciamo a cadere nel pozzo del ponte spezzato senza indizi sulle modalità della sua sopravvivenza.

Un Finale Concitato?

Aleggia infine qualche perplessità sulla collocazione temporale di questo secondo lungo flashback: alla vigilia del finale di stagione, e dopo un sesto episodio che già aveva ridotto la velocità dopo i tumulti del quinto, ci si chiede se contribuisca a “lanciare” nel modo giusto il capitolo conclusivo della storia. Allo stato attuale delle cose, l’ultima puntata dovrebbe offrirci la riunione e il faccia a faccia tra le gemelle, Qimir e Sol, l’intervento di Vernestra sulle loro tracce, luce sui tasselli del passato che ancora mancano, chiarimenti sulla figura e la natura di Qimir e una risoluzione a tutta la vicenda. Forse troppo per i 43 minuti che ci separano dalla fine della storia.

Arrivati a un passo dal finale possiamo iniziare a tirare le somme degli elementi messi sul tavolo e a onore di The Acolyte va detto che temi, personaggi, eventi e situazione sono di tutto rispetto: personaggi e situazioni originali, il giusto mix tra riferimenti all’universo che già conosciamo e l’espansione a nuovi temi e situazioni e una visione della Forza e dei suoi due lati più sfaccettata e sofisticata. Da questo punto di vista, molte delle polemiche mosse alla serie hanno il sapore del montato ad arte o del superfluo.

Dove invece quest’esperienza narrativa inizia a mostrare la corda è la scelta delle tempistiche e degli spazi narrativi. Paradossalmente, The Acolyte è fin troppo generoso nel mettere sul piatto argomenti, drammi, eventi e personaggi validi, ma a volte ha difficoltà a trovare i ritmi e le tempistiche giuste per sfruttare e rendere fino in fondo delle idee di partenza molto buone. L’ “ingorgo” di questioni rimaste in sospeso in un finale di stagione ancora tutto da lanciare è rivelatorio da questo punto di vista.

Appuntamento rimandato alle sfide della puntata finale per tirare le somme definitivamente.

Trovate tutte le informazioni su The Acolyte – La seguace nella scheda.

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