The 100 3x16, "Perverse Instantiation - Part Two": la recensione [finale di stagione]
Ecco la nostra recensione del sedicesimo episodio (season finale) della terza stagione di The 100
Da qui in poi il finale di stagione si divide in tre parti: Clarke all'interno della Città, Raven e Monty ad Arkadia che l'aiutano a distanza e Bellamy e Octavia che insieme alla forzata alleanza con Pike cercano di non far arrivare all'interno della sala del trono i "corrotti dal chip", tra cui vi è anche Kane. Manca all'appello Indra che ci viene poi detto essere su una croce a soffrire.
Successivamente quando Clarke recupera le forze, un ulteriore segnale bussa alla porta per ricordare alla ragazza che è lì per un motivo. Un segnale che sembra condurla in una strada senza uscita; in poche parole si tratta di una trappola e proprio in quel momento arriva Jasper (colmo di odio nei confronti della vita e di quello che regala) e subito dopo Jaha con il suo esercito. Qui entra in gioco Raven, che grazie alla sua intelligenza nel campo informatico, che sicuramente non è la nostra visto che al momento rimane a noi ancora inspiegabile il suo procedimento di fronte ai computer, le manda dei segnali che si traducono poi in una porta che la condurrà direttamente verso Becca e il famoso interruttore.
Ritornando a Clarke e quindi verso l'epilogo di questa stagione ci troviamo di fronte a Becca che le spiega tutto quello che sta succedendo e la raccomanda di premere l'interruttore in fretta prima che Alie possa prendere il sopravvento e far sparire l'unica speranza di rimettere a posto le cose. Ma nello stesso momento appare ovviamente anche quest'ultima, il diavolo in rosso che cerca di convincerla a fare la scelta giusta, un modo per farle perdere tempo, anche se in realtà qualcosa di giusto o almeno plausibile nelle sue intenzioni c'è sempre stato: una volta premuto l'interruttore le centrali nucleari della terra cadrebbero definitivamente portando così l'estinzione del genere umano. Clarke è di fronte ad una scelta: l'eclissi del genere umano attraverso la corruzione meccanica dei sentimenti o la possibilità che qualcosa entro sei mesi possa portare il genere umano ad estinguersi a causa dell'inquinamento e quindi di una ribellione effettiva da parte della natura. Nonostante la seconda circostanza sia un effettivo problema da considerare nella quarta stagione, al momento Clarke sceglie di vivere ricordando tutto, persino la presenza costante di un sentimento indistruttibile: il dolore. Una volta premuto l'interruttore ogni cosa viene ripristinata e il computer di A.L.I.E. si spegne una volta per tutte.
Un episodio in stile Matrix particolarmente suggestivo che si conclude con la vendetta definitiva di Octavia nei confronti di Pike e una scena emozionante che vede riconciliare i personaggi, ma in tutto questo non si gioisce e si sente in bocca lo stesso sapore amaro che prova Clarke. Un episodio intenso che ha riportato un briciolo di romanticismo con la comparsa di Lexa dando allo spettatore un meritato e più sentito addio, ma che ci ha ricordato la pasta cruda con cui The 100 si è sempre presentato al pubblico attraverso dei momenti drammatici non affatto scontati per un prodotto come questo. Detto questo non poteva esserci una chiusura più coerente e nonostante le numerose strade che gli autori avrebbero potuto scegliere di percorrere, alla fine il cerchio di questa terza stagione si è chiuso senza troppe sbavature.