The 100 3x09, "Stealing Fire": la recensione

Ecco la nostra recensione del nono episodio della terza stagione di The 100, serie creata da Jason Rothenberg

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Spoiler Alert
Ritorna The 100 e ritornano i drammi. Si perché dopo aver perso Lexa, un altro personaggio lascia definitivamente la serie (in realtà per intraprendere un nuovo percorso lavorativo, American Gods). Lincoln incarna nella sua essenza il personaggio per eccellenza tipico di The 100, disposto al sacrificio pur di salvare la sua gente e la sua amata. Questo è un po' il senso e gusto generale dell'episodio.

I punti forti e più attesi dell'episodio riguardano certamente il riscatto di Bellamy e Monty che finalmente, dopo aver già chiaramente dimostrato nello scorso episodio un intenzione ad un cambio improvviso di idee, sembrano essere ritornati su quella che chiameremmo la retta via. I rapporti più difficili in "Stealing Fire" vengono messi a dura prova a partire da quelli famigliari, ma soprattutto quelli romantici. Vengono fatte scelte tortuose che implicano d'ora in avanti un cambiamento netto all'interno di Arkadia. In più, e diremmo che era anche ora, gli autori hanno lasciato modo a due personaggi, follemente innamorati e devoti l'uno nei confronti dell'altra, di esternare i propri sentimenti: stiamo parlando di Abby e Kane.

Qualcosa che inizialmente poteva sembrare leggermente più ostico sembra aver trovato in questo episodio il modo di esprimersi senza troppi fronzoli. L'anima del commander, che corrisponde poi alla mini intelligenza artificiale, è un po' il motore che muove la storyline principale. Clarke vuole a tutti costi che sia Aden a vincere il conclave. Ma qualcosa va storto dal momento che entra in scena Ontari, figura particolare che ha come obbiettivo quello di predominare per poter diventare la nuova commander. E ci riesce uccidendo tutti i bambini/ragazzi prescelti e addestrati precedentemente da Lexa, un'altra mossa ingegnosa e soprattutto molto coraggiosa da parte degli autori. "Stealing Fire" è il titolo perfetto che parla principalmente delle intenzioni di questo nuovo personaggio, che la prepotenza e la violenza insieme all'aiuto di Roan cerca di prendere il sopravvento della Polis. Nel frattempo, dopo la morte di Titus, sacrificatosi per il bene della sua gente e principalmente per la memoria di Lexa, avverte Clarke che va alla ricerca di Luna, la vera ed unica prescelta che merita il fuoco sacro.

Ogni episodio di The 100 dà una spiegazione a qualcosa che nello scorso episodio si sentiva il bisogno di voler veder risolto. Non si aspetta mai troppo tempo prima che qualche cerchio possa trovar modo di chiudersi. Ha un buon ritmo, e questo episodio lo dimostra e la narrazione è giusta per una serie di questo tipo. Si guarda senza troppe aspettative ma nonostante questo potremmo tranquillamente averne soprattutto per il modo in cui The 100, e in modo particolare Jason Rotherberg, autore della serie, riesce a sorprendere, a emozionare e a tramandare in maniera inedita i veri valori per cui vale la pena lottare e vivere in un contesto catastrofico e a tratti primitivo al quale siamo testimoni. Ora la parte irrisolta e forse ancora poco delineata riguarda la storyline di Murphy che nuovamente è immerso nei casini insieme a Roan e a Ontari, anche se apparentemente non sembra esserne così dispiaciuto. Anche queste sfumature di alcuni personaggi che fanno difficoltà ad amalgamarsi all'interno di un gruppo, popolo o checchessia è altamente stimolante per il pubblico che guarda. Da questo momento in poi The 100 sarà duro da guardare visto il dolore palese di molti personaggi che saranno la chiave di questa parte finale della terza stagione, a partire da Octavia, vittima che ha assistito alla morte del suo amato.

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