The 100, 3x01 "Wanheda: Part One", la recensione
Ecco la nostra recensione della season première della terza stagione di The 100
Sono passati tre mesi rispetto agli eventi del monte Weather, rispetto anche a quando Clarke perse ogni cosa a partire dal suo orgoglio personale e la sua forza di voler continuare a costruire qualcosa insieme agli altri. Ma davanti alle porte dell'accampamento alla fine della seconda stagione sappiamo tutti che Clarke, in quel momento, conquistò una cosa ancora più grande e di valore: l'onore. Un pregio che in un mondo post-apocalittico può essere scambiato per altro. Infatti il titolo dell'episodio riflette proprio su questo, Clarke viene identificata e sostituita dai terrestri che la cercano con il nome di Wanheda o anche "la dea della morte". Questo discorso di forza e di gestione del potere ancora è poco chiaro ma potrebbe nel corso degli episodi trasformarsi in qualcosa di singolare.
Ognuno del gruppo dei sopravvissuti capitanato da Bellamy si merita quello che ha ossia il rispetto e il controllo della giurisdizione insieme ovviamente a Kane e Abby. Chi soffre tanto e nello stesso momento dimostra avere poca paura della morte è Jasper, un piccolo uomo coraggioso e innamorato oramai senza nessuno scopo. Non ha più nulla da perdere perché oramai Maya se ne è andata. Questo lo ha portato ad uno stato confuso di situazioni in cui prevale l'ubriachezza, la poca gestione della rabbia, l'intolleranza e anche un pizzico di spavalderia, atteggiamenti che ci fanno pensare che il percorso di questo personaggio, in questa stagione, sarà uno dei più complessi ma anche uno dei più interessanti.
Concludiamo dicendo che The 100 è una serie più unica che rara, decisamente sottovalutata, ma non da chi la guarda ma dal fatto stesso che poche persone ancora sanno della sua esistenza. A volte anche il marchio del network stesso può destabilizzare, ma The CW in questi ultimi anni si sta dimostrando creatore di serie di valore in termini di scrittura e non solo (Jane the Virgin e Crazy Ex-Girlfriend). Si deve dare una chance ad una serie che osa come questa, una serie femminista, una serie di valori veri e sinceri, un prodotto costruito per emozionare e per portare lo spettatore a vedere personaggi redivivi. Clarke è colei che di sbagli ne ha fatti tanti, ma soprattutto contro se stessa, sbagli che però non hanno fatto altro che essere d'aiuto per la sopravvivenza altrui. L'episodio si conclude con il suo rapimento da parte di Roan, un terrestre che viene apparentemente depistato da Niylah (un'amica "grounder" con cui Clarke ci finisce anche a letto) a metà episodio, ma che ovviamente sappiamo essersi accorto dell'identità di Clarke.
Morale della favola aspettiamo con ansia il seguito sperando di non vedere la serie perdersi in congetture troppo complicate e all'interno di vicende da cui poi sarà difficile uscire.